Il 27 gennaio del 1945 sono stati aperti i cancelli di quello che è diventato l'emblema dello sterminio nazista, i cancelli di Auschwitz.
Non voglio fare un articolo storico ma, doverosa era questa introduzione.
67 anni fa sono stati aperti i cancelli di una prigione, di un campo di sterminio, sono state spalancate le porte della libertà. I prigionieri sopravvissuti sono l'esempio di quello che accadde ed è inutile negare.
Quella libertà cosa sta a rappresentare?
Che un ebreo, un omosessuale, una persona con disabilità ed un qualsiasi essere umano - una persona - deve essere libero, libero di vivere la propria esistenza senza dover essere rinchiuso. Nè da sbarre del pensiero nè da prigioni fisiche.
La diversità è un valore, il razzismo e qualsiasi altra costruzione del nostro pensiero non deve limitare l'espressione a 360° di una persona, che in quanto tale, ha una dignità che mai dev'essere calpestata.
I campi di concentramento di allora erano luoghi, di terrore, fisici. Il pensiero e le ideologie che minano la libertà di espressione, di essere e di vivere sono in ugual modo luoghi di terrore, astratti. Sono le conseguenze che ne derivano ad essere concrete e questo ci insegna che dal passato non abbiamo appreso nulla.
"Condanniamo" chi ha il colore di pelle diverso dalla nostra, "additiamo" chi ama una persona dello stesso sesso, "allontaniamo" chi ha una qualsiasi forma di disabilità. E di esempi ce ne sarebbero ancora ma, chi è il diverso? Chi è in "errore"?
Non dimentichiamo, non neghiamo e sopratutto non ripetiamo gli orrori / errori di un tempo, costruiamo un domani migliore di accoglienza e di inclusione
Chiara
Nessun commento:
Posta un commento