martedì 16 luglio 2013

La Bambulanza - l'ambulanza pediatrica

Non la conoscevo, così tante mamme e gli stessi bimbi.
Di che cosa sto scrivendo??
Della Bimbo - Ambulanza.
Non sapevo esistesse anche l'ambulanza per i più piccoli, credevo che venisse utilizzata il solito mezzo, ed invece, eccola qui la meravigliosa Bambulanza.

Di che cosa si tratta?
E' un'ambulanza pediatrica dove al suo interno tutto è a misura di bambino, dai colori, a quello che il bambino ha a disposizione.
Definita anche come una ludoteca per quei bambini che devono sposarsi per fare le terapie (è possibile trovare a bordo, in queste occasioni, anche un clown, che alleggerisce il viaggio al bambino).
Viene anche utilizzata quando si rendono necessari viaggi lunghi (per quanto riguarda la mia zona Biella - Novara, Biella - Torino).
I colori invitano il bambino a salire, quello che è contenuto al suo interno ricorda l'ambiente della propria cameretta ed ovviamente, per non farsi mancare nulla, la Bimbo - Ambulanza è dotata anche di play station 3 e di lettore dvd, con queste tecnologie si allietano i viaggi dei bambini e la tensione viene stemperata.

A Biella, la città dove risiedo, questo mezzo di trasporto è stato donato alla Croce Rossa dal Fondo Edo Tempia, fondo che da sempre è impiegato nella ricerca e prevenzione contro i tumori.
I volontari che oggi mi ha spiegato come funziona, le loro esperienze mi hanno anche detto che non è un mezzo conosciuto, infatti, come ho scritto in precedenza neanche i genitori erano a conoscenza, ed ecco il motivo del mio post.

I bimbi che oggi hanno potuto conoscere la Bambulanza erano increduli, hanno fatto mille domande ed i volontari della Croce Rossa sono stati meravigliosi, spiegando anche come si deve fare per allertare il 118, le domande alle quali potrebbero rispondere e cosa fare in caso di pericolo, oppure di incidente.

Il mio grazie personale va sia al "Fondo Edo Tempia" per aver regalato alla città questo meraviglioso mezzo di trasporto ed a tutti i volontari della Croce Rossa che, ogni giorno, lavorano con impegno, passione e tanto cuore.

Guarda le foto della Bambulanza

Chiara




lunedì 8 luglio 2013

[Lilin Nicolai] C'è chi si gode la vita, c'è chi la soffre, invece noi la combattiamo!

Sarebbe molto facile prendere aforismi di grandi scrittori, lanciarli come bengala per fare una bella figura e far passare quel pensiero come il proprio.
Assai più  difficile è analizzare quello  che accade con parole proprie ammettendo, quando è il caso, anche gli errori.
Si sono concluse giovedì le elezioni Croas Piemonte, elezioni colme di passione, voglia di fare, mettersi in gioco e soprattutto cercare di intraprendere una strada nuova, che avesse profumo di cambiamento.
Domenica, però, le speranze ed i desideri di alcuni si sono realizzati, mentre quelli di altri si sono spenti piano piano, ma non del tutto. Fra una lacrima ed uno scuotimento di testa, quel brillio non ha cessato di vibrare, perchè la passione non la può spegnere una "sconfitta", che poi tanto sconfitta non è.

Siamo due giovani assistenti sociali - Chiara e Luca - che, per la prima volta, hanno deciso di candidarsi alle Elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale dell'Ordine e che, fino all'ultimo, hanno sperato di vedersi realizzare un sogno, forse per dimostrare a se stessi che la strada compiuta fino ad ora ha un senso.
Leggendo i vari forum di Servizio Sociale, in questo periodo di elezioni, non è difficile trovare dei posts che invitano i giovani a candidarsi perchè è necessario svecchiare gli Ordini, perchè possono portare energia e vitalità, in soldoni il motto era: "largo ai giovani".

Giovani quanto? Giovani in che senso? Largo ai giovani sì, ma non troppo? Non era ben chiaro questo particolare, sebbene siamo consapevoli che un Consiglio di soli giovani non fosse immaginabile, lo strumento "social" ha sortito effetto ed ecco che in diverse regioni si sono candidati giovani che hanno trovato, al termine del percorso, una "sconfitta".
Sarebbe falso dire che quei pochi voti di differenza non bruciano, non fanno male e che non abbiano dato dispiacere e non solo a noi, anzi il contrario, ma se siamo maturi abbastanza sappiamo anche quanto valgono i voti che abbiamo ricevuto. 
Sono un passo importante nel nostro percorso, sono un traguardo raggiunto e sono certamente la nostra vittoria. Inoltre, quest'avventura, è stata un'esperienza arricchente sia dal punto di vista professionale che personale, sono stati costruiti legami che, senza questa occasione, forse non sarebbero nati e questo è sicuramente il valore aggiunto.

Ogni giorno insegno ai bambini l'importanza del gioco e della condivisione, spiegando loro - credendoci io per prima- che l'importante non è vincere, ma partecipare perchè anche se la medaglia sarà al collo di un altro, o la coppa nelle mani dell'avversario o la caramella sotto la lingua dei componenti dell'altra squadra, l'aver giocato, l'averci messo del proprio per arrivare a quel risultato è merito di tutti, nessuno escluso.
Noi abbiamo partecipato, ci abbiamo creduto, abbiamo corso fino alla fine senza stancarci è quindi quel risultato è nostro. 

Concludo, rubando le parole agli 883, una degna colonna sonora per questo post male non fa:
"E' la dura legge del gol 
gli altri segneranno però 
che spettacolo quando giochiamo noi 
non molliamo mai 
cosa importa chi vincerà 
perché in fondo lo squadrone siamo noi 
lo squadrone siamo noi"

Chiara

La débacle under 30

Giovedì 4 Luglio 2013 si è chiuso il seggio per il rinnovo del consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Regione Piemonte e Domenica 7 luglio è terminato il lungo spoglio delle numerosissime schede elettorali arrivate da ogni dove della Regione, o meglio, ci fa piacere pensarla cosi. Il successo della grossa partecipazione  lo avevamo già annunciato noi 43 Assistenti Sociali in lizza, contribuendo a  determinare un’affluenza al voto mai registrata prima nella nostra Regione. Si sa, noi Assistenti Sociali siamo bravi a curare la rete e questo ha favorito l’espressione di una dialettica professionale vivace, in alcuni casi troppo vivace, forse.

Qualcuno ce l’ha fatta, quindici consiglieri sono stati eletti . Qualcuno no, come me e la collega Chiara, per un voto o due. Già, brucia la sconfitta, se così può definirsi, per nemmeno un pugno di voti. Nell’aria c’era tanta voglia di cambiamento,  c’era voglia di fare, di portare nuovi contributi, di lanciare nuovi giovani entusiasti  e motivati nell’esperienza ordinistica della professione .  Ma una tegola sulla testa è arrivata: la grave scorrettezza di qualcuno nell’esercizio di voto e il conseguente e comprensibile caos sopraggiunto. Troppi cambiamenti? Troppi giovani “impegnati”? Paura del nuovo? Voglia, in fondo, di mantenere le cose così come sono?  Probabilmente non lo sapremo mai.  Solo tanta amarezza e penalizzazione di chi ci ha creduto e ci crede ancora in una professione che è in continua evoluzione e che richiede costante impegno e passione per chi si presta a rappresentarla.
Ma in fondo, grande soddisfazione è giunta per i tanti voti ricevuti e il riconoscimento dimostratoci da gran parte della comunità professionale. Ci piace pensarla che questa sia solo una tappa e non un traguardo mal riuscito. Alla fine , chi bara, perde sempre; chi crede, chi lotta, chi si impegna con trasparenza vince sempre!

Luca Matturro

mercoledì 3 luglio 2013

A distanza di un anno...tirando le somme.

...che poi inizi una nuova avventura e non sai cosa ti aspetta, se ce la farai e a cosa andrai incontro.
Arrivi alla fine e cosa fai?
Bè ti guardi allo specchio, senti la pancia e cerchi di capire chi sei.
Durante il viaggio corri, fatichi, ridi e piangi, ma vai. Non ti fermi perchè non ti puoi e vuoi fermare.

Ecco un pò quello che intendevo dire a me stessa, l'altra notte, mentre faticavo a prender sonno.
E' terminato il mio anno in comunità psichiatrica e, c'è poco da fare, sono diversa.
Sono cresciuta, ho toccato con mano la sofferenza umana altrui, ho attraversato mari di deliri e frasi senza un senso apparente, ho conosciuto diverse persone e, restando me stessa, sono diventata un'altra!

Forse fatico a spiegarlo perchè è una cosa che ancora sto elaborando, ma è così che adesso riesco a definirlo.
In quest'anno appena passato ho pianto, riso a crepapelle, mi sono arrabbiata e ho provato profonda tristezza. Ogni avvenimento mi toccava da vicino e cercavo di viverlo appieno, perchè le occasioni non sempre capitano due volte.
Mi sono affacciata ad un mondo sconosciuto e ancora adesso ha parecchi angoli bui, ma sicuramente non è più un grande punto interrogativo, anzi è un punto esclamativo, un due punti, una virgola ed un punto e a capo.

Mi sento, credo, un pò meno paziente ed un pò più vulnerabile, mi sento più grande ma con il terrore di crescere.
Tutto qui, nulla di strano.
Ho ancora diversi pensieri che devono prendere forma e collocazione, ma se c'è qualcuno da ringraziare per quella chiamata a maggio dell'anno scorso, bè lo devo ringraziare, gli devo molto.
Devo molto anche a me stessa per "aver tenuto botta", per non aver spaccato il mondo quando, da sola, a casa, ripensavo a quello che era accaduto e per aver saputo chiudere un cancello e con esso anche il "lavoro"...quando si suol dire "non portarsi il lavoro a casa".

Devo molto anche a chi ha fatto questo tratto di strada insieme a me, anche le persone meno coinvolte o che meno se lo aspettano, perchè chi più chi meno, chi alla sua maniera mi ha insegnato e trasmesso qualcosa e ha permesso al mio anno di essere uno degli anni più intensi e formativi che fino ad ora ho vissuto.

E, ancora, devo molto a loro. A loro che hanno universi paralleli, mondi oscuri, amici con i quali dialogare, frasi stereotipate ma che fanno solo del bene.

"Chiara di giorno...e Chiara di notte!"
"Sei Chiara di stelle"
"Ma tu...sei una fabbrica?" 
e tante altre immagini e frasi che resteranno nel cuore e nella mente....
perchè il lavoro sociale è anche questo, mente e cuore.