giovedì 26 settembre 2013

Lo SLOTMOB parte da Biella

Biella avrà numerosi difetti, domani, però, colmerà - in parte - queste sue mancanze.

E' da Biella che prende il via lo Slot Mob, iniziativa che vuole sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica e la classe politica su quanto sia deleterio e dilagante il fenomeno del gioco d'azzardo.
Non voglio soffermarmi sul gioco d'azzardo in sè, in quanto sia sulla pagina facebook che in un altro articolo di questo blog la riflessione ha avuto modo di essere sviluppata, ma voglio concentrarmi sul significato di questa lodevole iniziativa.

E' oramai evidente di quanto le "macchinette", le sale slot ed i siti internet che invitano a giocare si siano diffusi e con quale rapidità.
Qualcuno si è allarmato come il programma "Le Iene" che coinvolgendo alcuni sindaci d'Italia ha realizzato un video affinchè con il loro messaggio dissuadessero i cittadini sia a giocare, sia ad avere nel proprio locale una slot.
Per vedere il video clicca qui
Non bastano, però, i video dei Sindaci, non bastano le campagne pubblicitarie. Serve la mobilitazione cittadina, serve capire a fondo il problema, comprendere le conseguenze di questo fenomeno ed evitare che si ripetano. Storie che hanno come denominatore comune: la perdita.

Possono essere un giorno 5€, poi 10€ e si passa a 50€, poi si raccontano bugie, a volte ci si indebita, vengono meno gli equilibri, i litigi aumentano, si giocano cifre sempre più alte con la speranza di vincere e così la dipendenza nasce, cresce e si insidia. 

Perchè arrivare a quel punto?
Per uscire da quel circolo vizioso è necessario attivare percorsi di riabilitazione, ripartire da zero perchè i soldi rimasti (se sono rimasti) sono pochi, ricostruire legami e ritrovare se stessi.

Non sarebbe meglio sensibilizzare, informare, prevenire o ancor meglio evitare?
Sono davvero necessarie le slot nei bar?
Le sale bingo o di scommesse non potrebbero lasciare spazio ad altri esercizi commerciali in città?
Non sarebbe più utile offrire alternative più salutari e costruttive a coloro i quali credono che "tentare la fortuna" posso davvero risolvere i problemi?

Domani 27 settembre parte lo Slot Mob e per vedere il calendario eventi e le città nelle quali viene realizzato basta cliccare qui e, perchè no, partecipare.

"Un bar senza slot ha più spazio per le persone" recita lo slogan ed io aggiungo, anche per quattro chiacchiere in compagnia.

Chiara

mercoledì 18 settembre 2013

Un pensiero fra i pensieri....

...che poi io rifletto, penso, mi danno l'anima, mi cruccio, rido e sorrido, a volte mi do per sconfitta ed altre, invece, mi sento sulla rotta precisa con vento a favore.

Spesso mi interrogo sul perchè di determinate scelte, mi rispondo perchè è giusto che io mi dia una risposta e non fugga da me stessa.
Quando invece non mi faccio domande le risposte mi cadono fra le mani e trovano un giaciglio sicuro.

Le risposte sono tante:
"Se salgo sulla sedia posso raggiungere la tua altitezza!" (un bambino durante una meravigliosa estate)

"Chiara, ti prego non mi dire che sei rimasta senza lavoro, hai fatto così tanto per noi, adesso noi che cosa facciamo per te?" (pochi giorni fa, fuori da un supermercato due ragazzi del CPPA di Biella)

"Potresti lasciarmi il tuo numero di telefono perchè anche solo sentire una voce mi tranquillizza" (la signora anziana che seguo da qualche tempo)

"Chiara, ma secondo te, io sarò mai normale??" (domanda che mi fece un ragazzo con disabilità a seguito di un piccolo incidente durante la preparazione di un panino)

"Perchè qui dentro si vive di merda, ma siamo qui e non dobbiamo mangiare solo la torta, ma guardare anche la ciliegina e ci dobbiamo impegnare!" (Un ragazzo tossicodipendente durante una riunione ospiti-operatori)

"Chiara di giorno e Chiara di notte!" ("Non fa una piega!" un ragazzo in comunità psichiatrica).

"Leggo il tuo blog, ed anche se sono solo a metà tirocinio e vorrei mollare, punto alla meta!" (una studente universitaria durante il suo tirocinio)

E tante altre risposte, che, quasi ogni giorno mi ricordano il "perchè" della mia scelta e del mio credere in quella scelta.
Mi sono illusa, ho idealizzato, sono caduta ed ho elaborato l'illusione e la delusione, ma sempre qui, sempre sul pezzo, perchè perdere di vista i nostri obiettivi e non credere più nelle nostre scelte....è come fare autogoal!

martedì 10 settembre 2013

A passo...d'anziano

Alcune delle frasi che spesso si sentono dire: "Non ho tempo", "il tempo corre!" e "sono di fretta!!".

Che talvolta sia vero nessuno lo mette in dubbio, si è in macchina e non è ancora scattato il semaforo verde che già il coro di clacson inizia a rompere i timpani. In coda alla cassa tutti sbuffano e guardano l'orologio e per strada quanti, invece, ricevono una spallata perchè non si pensa ad altro che al tempo?

Il tempo, che è una risorsa che non riavremo mai indietro, è certo che corre, che non fa sconti e che non aspetta noi, ma credo che sia possibile tenergli testa.
Oltre però all'organizzazione della propria vita, quante cose perdiamo, a quanti particolari non facciamo caso essendo sempre di corsa e con la testa immersa negli impegni?

Provare per credere, essere più tranquilli e poter fare le cose con meno pressione permette di vivere più serenamente, ma per poter capire meglio quanto per alcuni "andare piano" sia l'unica soluzione è avere a che fare con un anziano.
Per ragioni lavorative devo accompagnare una signora di 82 anni a fare alcune visite e, per ragioni mediche, lei deve andare a piedi. Il tragitto non è lungo, ma per lei di certo è difficoltoso, sopratutto avendo problemi notevoli di salute. Per muoversi ha bisogno del bastone e di una persone che le offra il braccio al quale lei si aggrappa con la forza che ha.

Le offro il mio braccio, saldamente impugna il bastone e ci incamminiamo.
Per compiere quel tragitto io, da sola, impiego 10 minuti, con lei ho impiegato mezz'ora.
Ogni passo è uno sforzo, controllare gli ostacoli, le buche, i marciapiedi, i gradini e sostenerla.

Lei che si scusava con me, ed io che la incoraggiavo e la tranquillizzavo.
Tante persone hanno sfrecciato accanto a noi e mi sono resa conto che, anche io, spesso corro anche se non ho la necessità di farlo perchè, oramai, sono programmata così.

Mettersi accanto a chi non può fare diversamente, permette di comprendere molte cose e conoscere un nuovo mondo....e, forse, prendersi cinque minuti per guardarsi attorno ci gioverebbe 

Concludo con una frase di una canzone di un gruppo che amo ascoltare: «Chi arriva prima, aspetta!».

Chiara