E' un pò come quando si torna a casa, ci si toglie le scarpe ed i pantaloni un pò stretti per mettere quelli "da casa" larghi, rovinati, ma comodi. Ecco, così è per me "tornare" a scrivere qui sul mio blog.
Ci torno, oramai, di rado, con mio dispiacere, perché mi faccio travolgere dagli eventi e dalla stanchezza e continuo ad indossare i pantaloni stretti!
Il blog è nato affinché io potessi raccontare la mia professione e perdere questa buona abitudine a me, proprio, non va.
Oggi voglio raccontare una storia...a lieto fine!
"Sali in macchina, dobbiamo andare! Vieni..."
"Io non vengo con voi, voglio tornare a casa, farò il bravo!"
"Ne abbiamo parlato tante volte, anche con l'educatrice ne abbiamo parlato e sai cosa ha deciso il Giudice"
"Il Giudice è cattivo e non capisce niente, allora andrò a scuola"
E i toni sono sempre più alti, quella voce stridula che nelle orecchie ti entra ed arriva dritta in pancia.
Il viaggio dura un'ora e fa freddo.
E'impossibile sentirlo, attente alla strada, alla guida, a che non succeda niente, che quel frangente di quella giornata finisca, finisca anche in fretta.
La "forza" della disperazione mescolata alla consapevolezza che quello che stavamo facendo era la cosa giusta, sapevamo cosa era stato il passato e che cosa, nel futuro, di positivo poteva accadere.
Un calcio nella schiena perché la macchina permetteva solo quello spazio di manovra per sfogare rabbia e frustrazione, ma quella certezza che ci ha permesso di arrivare a destinazione.
Al caldo e al sicuro.
Un anno e mezzo ricco di cambiamenti, di stupore, di lacrime trattenute, di sorrisi e di abbracci. Il crescere di un bambino e della nostra relazione con lui.
"Quando tornate?"
"Presto!"
"Quando vado in famiglia?
"Stiamo lavorando per trovare la famiglia adatta, quella che ti accolga nei modi e tempi giusti"
"Grazie!"
Aumentano la consapevolezza e la maturità, così come in noi il desiderio di portare avanti un buon lavoro, mista alla paura di vedere crollare un anno e mezzo di successi, di vittorie e di conquiste, di mattoncini messi uno sopra l'altro e di passi avanti compiuti con la determinazione e la forza di un leone.
"Andrai in quella famiglia, farai ancora le vacanze al mare e poi, piano piano, ti avvicinerai a loro!
"Davvero???" Con gli occhi di chi ha davanti a sè un piccolo miracolo "Grazieeeeeeeee" accompagnato da un abbraccio che sebbene l'estate sia stata torrida mi ha scaldato e rasserenato.
"Ed ora come va? Tutto bene?"
"Va tutto bene! Ci mette alla prova, ci studia, ma è bravo si vede quanto ha fatto e lo porta avanti senza che noi diciamo nulla!
Questo è il lieto fine ma non canto vittoria, perché gli eventi della vita possono travolgere tutti e all'improvviso, però quel bambino che mi ha preso per mano, portandomi nella sua stanza in comunità e mi ha chiesto di leggergli la storia prima di andare a dormire, ora sta bene!
A noi il compito di sostenere il suo percorso di vita, al meglio delle nostre capacità professionali, con tutte le risorse che abbiamo a disposizione e creare le condizioni per cui i mattoncini messi uno sopra l'altro, su di una base solida, non vengano travolti.
Rubo, come sovente faccio, le parole di una canzone che non ha nulla a che fare con il "racconto", ma questa strofa, appena l'ho sentita, mi ha fatto pensare alla sua vita:
"Vorresti avere avuto un Natale
Non tanto per un regalo
Ma per sentirti un regalo
Che per qualcuno vali"
Non tanto per un regalo
Ma per sentirti un regalo
Che per qualcuno vali"
Chiara #ladradibambini ??
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