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Pensieri "Sociali" di Chiara Biraghi
Benarrivati sul mio blog. Questo spazio è dedicato alla mia versione del lavoro e del servizio sociale.
Credo che pensare socialmente sia un buon modo per accorgersi del mondo che ci circonda.
lunedì 11 settembre 2023
E' il caos - RdC sospeso e le sfide quotidiane. Il sistema reggerà?
lunedì 27 febbraio 2023
Se ripenso da dove siam partite...I will not give up
Quella fatica, tanta fatica è stata ripagata.
"Chiara, grazie!" mi dice abbracciandomi e piangendo, come una bambina in cerca di un posto sicuro dove stare per qualche minuto.
Ci siamo abbracciate, non ho nascosto le lacrime, ma ho voluto, ed era assolutamente doveroso, riconoscere a lei il suo percorso.
Travagliato.
Impervio.
Cattivo.
In salita.
Senza appigli.
Oggi, invece?
"Guardati attorno, noi ci salutiamo, ma guarda, respira la tua casa, i tuoi ragazzi (che sono rientrati), il tuo lavoro e tienilo stretto che te lo sei meritato!!"
Ti ho riconosciuta nelle parole della canzone di Sanremo di Mr. Rain:
"Ci sono ferite che non se ne vanno nemmeno col tempo
Più profonde di quello che sembrano
Guariscono sopra la pelle, ma in fondo ti cambiano dentro
Ho versato così tante lacrime fino ad odiare me stesso"
Ti lascio con un'altra canzone, questa volta di Mannarino:
"Puoi cambiare camicia se ne hai voglia e se hai fiducia puoi cambiare scarpe.
Se hai scarpe nuove puoi cambiare strada e cambiando strada puoi cambiare idee
e con le idee puoi cambiare il mondo"
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Fonte:https://it.dreamstime.com/ |
sabato 15 gennaio 2022
Fine mandato al Croas Piemonte - pensieri di...questa "cosa strana"
Il 13 aprile 2014 scrivevo questo post "un mese da Consigliere del Croas Piemonte", siamo al 15 gennaio 2022 e mi trovo a scrivere il post che state leggendo (con una piccola raccolta fotografica alla fine).
Quanto tempo è passato? No, non lo voglio contare. Sono anni, mesi, giorni e ore, ma non mi interessa conoscere il dato preciso, perchè quello che conta è quello che è stato costruito.
Sono entrata in Via Piffetti, a Torino, che non avevo neanche 30 anni, lascio via Fabro completamente trasformata, cresciuta e arricchita.
All'inizio non ero pienamente conscia di quello che voleva dire essere Consigliere di un Ordine Professionale ma, ben presto l'ho compreso!
E' sacrificio, è rendersi disponibile, è studiare, è mettersi in gioco, è restare in ascolto, è osservare, è comprendere, è crescere, è costruire significato, è migliorare l'immagine della Profesisone, è esercitare quel ruolo con responsabilità e senso critico. E' condivisione, è saper vivere un'Istituzione e trarne il meglio. E' fatica, è stanchezza, è fare i conti con i propri limiti e aprire la mente all'ascolto, è prendere decisioni e portarle avanti con sicurezza.
Tutto questo perchè?
Perchè sono, siamo parte di una Comunità Professionale vivace e dinamica che merita attenzione e cura per crescere sempre più sicura, stabile e autorevole.
Come ho scritto in riposta a un post su Facebook alla nostra past President, oggi (data di fine mandato, di restituzione delle chiavi e di passaggio di consegne) è vero che si conclude un'esperienza, ma forse no! Forse, quell'esperienza, prende una nuova forma. "Nulla si distrugge, tutto si trasforma"e così vedo questa "cosa strana".
Questa cosa che mi ha insegnato tanto, mi ha fatto capire e conoscere davvero il senso profondo, a 360° dell'essere Assistente Sociale
Conservo ricordi belli, di risate, di merende per sopravvivere alle Commissioni presso la sede dell'Ordine, di sabati al Servizio della nostra Comunità e di giornate al pc, negli ultimi anni; porto con me anche momenti meno belli, di scontri anche molto aspri e di lacrime.
Ho incrociato la strada di professionisti e di persone che sicuramente porterò nel cuore, ma non mi metto a osservare, resto partecipe, resto attiva e consapevole che la "casa" degli Assistenti Sociali è sempre aperta.
Non finisce qui l'avventura, prende solo una nuova forma e la posso affrontare con un bagaglio ricco e sostanzioso.
Chiara
Mandato 2014 - 2018 |
Con Paola Vaio |
WSWD 2015_1000 persone in teatro |
Salotto Deontologico con Simona Passanante e Claudio Pedrelli |
Con Barbara Rosina |
Con Sara Fabris e AnnaMaria Cane |
Mandato 2018 - 2022 |
A Torino con i Care Leavers |
mercoledì 5 gennaio 2022
La "mia" Assistente Sociale tutta tatuata
Eh sì!
Qui e là, anche io, qualche tatuaggio ce l'ho.
Alcuni hanno un significato, altri sono proprio un "ornamento" che avevo piacere di avere sulla mia pelle.
Durante le stagioni fredde non si vedono, ne ho in totale 7, e forse solo 1 è visibile durante l'inverno.
In estate, invece, vedono la luce e chi ha tempo da perdere può dilettarsi nell'immaginare il motivo di quel disegno o di quell'altro.
Oggi vi racconto la storia di questo "tatuaggio"
Estate.
Decreto del Tribunale per i Minorenni: inserimento in comunità.
La mia collega Educatrice e io iniziamo la ricerca, viaggi per conoscere, pensieri e lughe giornate, seppur poche, per organizzare l'inserimento cercando di ridurre al minimo il trauma, è doveroso impengarsi in questo.
Del giorno dell'inserimento ricordo un viaggio in macchina tranquillo, qualche domanda più o meno difficile dell'ultimo minuto, ma come spesso accade i bambini ci stupiscono sempre e affrontano le situazioni, anche le più difficili, come risorse che noi "grandi" non abbiamo più.
Giunti a destinazione, salutiamo tutti, disfiamo i bagagli, qualche foglio da compilare e poi la merenda; noi operatrici in una stanza, mentre i bambini erano in cucina con l'educatrice.
Poco prima di lasciare la comunità e darsi appuntamento dopo circa un mesetto, quel bambino mi chiama in cucina, dove aveva lasciato il suo zaino.
Armeggia un pò e poco dopo mi mostra il foglio con i suoi trasferelli. Decide che io non posso andare via senza avere un nuovo tatuaggio! Fatto da lui in persona.
Un poco di acqua, una lieve pressione ed eccolo lì il mio nuovo tatuaggio.
Che significa? Che cosa ha significato per lui? Quello sì che è indelebile e nel mio cuore e ancora oggi, se ci penso, un pò senza fiato mi ci lascia...
"abbiamo camminato insieme"
8 anni.
Solo 8 anni e mi ha completamente disarmata.
Stiamo ancora camminando insieme, a volte facciamo passi avanti, altri un pò più sfocati (come quello in foto), altri indietro e soffriamo.
Oggi, però, abbiamo un cartellone con tutti i passi fatti insieme, con le persone che abbiamo incontrato nei luoghi in cui ha abitato.
Abbiamo ancora un pò di strada da percorrere, con la consapevolezza che il cammino sarà duro e difficile, ma che aiuterà, entrambi a crescere.
#diamoglifuturo
giovedì 19 agosto 2021
"Anche una piccola esperienza di altruismo procura immediatamente un po' di pace mentale" — Dalai Lama
E' iniziato, da lì, un "legame telefonico" che ha unito due sconosciute, che ha portato all'una e all'altra un luccichio, un conforto astratto, fatto di voce, sospiri e qualche silenzio.
- Stanchezza - tristezza - abbandono e solitudine -
....
- Serenamente - spero sia così.
Chiara
domenica 31 gennaio 2021
"Una cima raggiunta è il bordo di confine tra il finito e l’immenso" E.D.L.
E' vero, lo ammetto!
Non ho mai rubato bambini ma, quando un ragazzino in comunità rientra a casa propria perché i suoi genitori sono riusciti, insieme ai professionisti, a fare un percorso di consapevolezza e crescita, credo che sì anche io, ho "restituito" bambini.
Non sono salita su cornicioni o altri luoghi pericolosi, ma ho stretto mani ossute e consumate che chiedevano aiuto. Ho incrociato occhi che si vergognavano e in quell'incontro, con un filo sottile, ma di evidente emozione, sono scesa da quella sporgenza pericolosa insieme a donne e uomini che: "non è vita questa, non è vita!"
Non ho molti amici amici avvocati ai quali chiedere favori, ma sono consapevole che costruendo relazioni positive, qualora avessi bisogno di un confronto, un sostegno o una spiegazione, ho professionisti che hanno il piacere di aiutarmi a dipanare la matassa.
Non sono entrata a casa di qualcuno fingendomi altro. Ho sempre spiegato chi sono, cosa faccio e il motivo della mia richiesta di ingresso in un luogo così intimo...e, certo, non tutti hanno detto di "sì".
Da un anno a questa parte - però - tante, tantissime persone sono entrate a casa mia, senza un formale permesso ma, con un click e non sempre sono stata così consapevole di questo.
Una cosa, invece, mi richiama molto la realtà: gli aperitivi a fine giornata.
"Esco alle 17 ci troviamo sotto i portici?"
"Che giornata infernale...Spritz al bar?"
Siamo umane, entrambe!
Siamo Assistenti Sociali, lei "per finta", mentre io per davvero.
Non sono (Gelso)Mina, sono Chiara.
Entrambe non ci sottraiamo alle richieste di aiuto, in modi diversi, vicine alle nostre realtà.
Per approfondire:
Troppo freddo per settembre - intervista
Un giorno di Settembre a Natale
giovedì 31 dicembre 2020
"L'anno che verrà" (L.D.) e un suggerimento
"Caro amico, ti scrivo, così mi distraggo un po'
E siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò
Da quando sei partito c'è una grande novità
L'anno vecchio è finito, ormai
Ma qualcosa ancora qui non va"
domenica 13 dicembre 2020
Riflessioni (in ritardo) sulla Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità
Riflessioni sulla Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità (in ritardo) e non solo...
le giornate internazionali servono a ricordare e puntare i riflettori sul tema, è quanto si costruisce giorno dopo giorno, anno dopo anno, a rendere la celebrazione di quella giornata importante.
Pensieri, condivisi, a distanza, con chi ha esperienza diretta.
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Il 3 dicembre, dal 1981, si celebra la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità e dal 1993 è anche la Giornata Europea delle Persone con Disabilità, così come voluto dalla Commissione Europea.
Questa giornata è pensata per promuovere e sostenere la piena inclusione delle persone con disabilità e per porre l’accento sui diritti che comprendono ogni ambito della vita e della quotidianità e, quindi, contrastare discriminazione e disparità.
La convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, adottata nel 2006 e ratificata dall’Italia nel 2009, ha rinforzato l’importanza del rispetto dei principi di uguaglianza e di garanzia della piena partecipazione di queste persone alla vita attiva del paese, garantendo così i diritti civili e politici, come ricorda l’articolo 1.
Al fine di dare concretezza a quanto la Convenzione ONU richiama, è necessario andare oltre il concetto di disabilità vista come limitazione o deficit fisico - intellettivo a cui la diagnosi medica fa pensare, ma leggerla secondo il Modello Sociale della Disabilità, secondo il quale tale condizione è la somma di diversi fattori sociali in interazione con il livello di deficit mentale o fisico.
Per questo motivo l’importanza del contesto sociale assume un ruolo fondamentale: più è inclusivo e accessibile, più la disabilità diventa una delle variabili presenti nelle dinamiche della vita quotidiana. La dimensione sociale accogliente consolida l’appartenenza e la dignità delle persone ostacolate dalle diverse barriere architettoniche, digitali e culturali che, di fatto, ancora oggi impediscono la piena partecipazione nella società.
Il rapporto Istat “Conoscere il mondo della disabilità: persone, relazioni e istituzioni” del 2019 indica che, in Italia, sono 3,1 milioni le persone con disabilità, ovvero il 5,2% della popolazione e rileva che gli alunni con disabilità nella scuola italiana sono gradualmente aumentati fino ad arrivare a oltre 272 mila nell’anno scolastico 2017/2018.
La pandemia da Covid-19 ha colpito tutti, nessuno escluso e ha fatto emergere chiaramente l’importanza che ha un sistema integrato di interventi e servizi, all’interno del quale deve essere possibile per tutti gli attori sociali e i servizi preposti pensare, progettare predisporre e pianificare interventi mirati a garantire il più possibile azioni inclusive, personalizzate e innovative.
La situazione emergenziale ha messo in luce il valore attuale degli interventi a domicilio e della co-progettazione e integrazione sanitaria, educativa e sociale nella didattica a distanza: la relazione complessa di interventi a favore di minori e disabili anche a distanza, è diventata la sfida di questi mesi in cui l'esperienza digitale, ma anche l'accesso al digitale stesso, sono diventati i banchi di prova di bambini, famiglie e operatori.
Lo sforzo dei Servizi e degli Assistenti Sociali è stato e deve essere quello di connettere le risorse possibili e potenziali ai bisogni, anche non dichiarati, delle persone, ognuna delle quali ha delle caratteristiche specifiche. Il lavoro, tuttavia, non si esaurisce con l’incontro risorsa-bisogno, ma deve proseguire con l’implementazione e il consolidamento di una rete di sostegno proattiva.
La co-progettazione diventa, quindi, fondamentale soprattutto per attuare interventi innovativi e sperimentali, che diventino in futuro “buone prassi”. Le condizioni sociali alterate dalle misure restrittive legate al contenimento del contagio devono essere uno stimolo per comprendere su quali fattori agire, per non lasciare nessuno indietro, ed evitare alle persone con disabilità di sentirsi doppiamente “mancanti”.
La legge 328/00, che quest’anno celebra il suo ventennale, ricorda come definire Livelli Essenziali di Assistenza e delle Prestazioni e come l’adeguato finanziamento dei Fondi per le politiche sociali e per la non autosufficienza potrà garantire alle persone con disabilità la reale possibilità di ridurre i rischi di emarginazione sociale.
Chiara
lunedì 12 ottobre 2020
“Un tempo era grande il rispetto per una testa ricoperta di capelli bianchi.” Ovidio
Ho osservato le rughe di quelle donne, la malattia di quell'uomo, la forza di quella figlia ed ecco che mi son sentita privilegiata nel poter offrire un servizio di sostegno e supporto a quelle persone che hanno vissuto una vita piena, densa e ricca.
E' bastato allungare una mano (anche se non ci siamo toccati), è bastato un sorriso da sotto la mascherina, è bastato fare una telefonata per far tirare il fiato e alleggerire le fatiche che quell'età avanzata fa pesare. Il virus limita, ma la forza delle intenzioni e di una relazione di fiducia, no!
Questo è il mio lavoro, avere degli strumenti fra le mani e saperli usare, ma allo stesso tempo cogliere quanto di umano e prezioso c'è in una relazione.
“La mancanza di salute e la disabilità non sono mai una buona ragione per escludere o, peggio, per eliminare una persona; e la più grave privazione che le persone anziane subiscono non è l’indebolimento dell’organismo e la disabilità che ne può conseguire, ma l’abbandono, l’esclusione, la privazione di amore.”
Papa Francesco
martedì 21 aprile 2020
Tu chiamale se vuoi....emozioni (mentre lavoro da casa)
In questi giorni mi sento, esattamente, così.
Adesso no, mi restituisce una sorta di normalità che, talvolta, manca da far quasi male!