lunedì 24 novembre 2014

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Istituita nel 1999 dalle Nazioni Unite e si celebra il 25 novembre.

Secondo i dati "Eures" 2013: "Ogni due giorni una donna uccisa, 179 donne uccise nel 2013"

L'Italia, domani, è pronta a tingersi di rosso!

Rosso che ricorda il colore del sangue versato dalle vittime, ma che deve avere fine.
Donne di ogni età che subiscono, giorno dopo giorno, violenze, soprusi e vivono nel terrore.

Sebbene sia condannabile ogni qual tipo di violenza, domani ci si concentra su quella perpetrata contro le donne che ha mille sfaccettature, che non è semplice da affrontare, che non sempre viene riconosciuta e che - spesso - sfocia in un omicidio con conseguenze da non sottovalutare.

Così come riporta il sito del Ministero dell'Interno: "L'Unione europea e il Consiglio d'Europa hanno lavorato per favorire il superamento di questa emergenza sociale e, nel 2011, è nata la Convenzione di Istanbul per la prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica. Si tratta di uno strumento che vincola giuridicamente gli stati in materia. L'Italia ha ratificato la Convenzione nel giugno 2013, ma la normativa non è ancora in vigore perché non è stato raggiunto il numero minimo di ratifiche. LoStato italiano ha introdotto nel 2009 della legge antistalking e varato, un’altra normativa (legge 15 ottobre 2013, n. 119) che rende penalmente più incisivi i reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e atti persecutori. Contiene, inoltre, strumenti di protezione e di tutela per interrompere catene persecutorie che possono arrivare fino alla follia omicida. Con il provvedimento, ha commentato il ministro dell'Interno Angelino Alfano, «le vittime di violenze non sono più sole». Tre gli obiettivi centrati: «Prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime». 


Dal Ministero dell'Interno ad un messaggio più operativo, di prevenzione e di soccorso: il numero 1522, numero attivo 24 ore su 24 da chiamare in caso di bisogno, attivo dal 2006, accessibile da tutto il territorio nazionale, da rete fissa o mobile gratuitamente!

A questo numero sono legati:

  • Centri antiviolenza e servizi specializzati
  • Consultori pubblici
  • Servizi sociali di base (dei comuni capoluogo)
  • Aziende sanitarie locali
  • Aziende ospedaliere pubbliche
  • Consigliere di parità
  • Caritas diocesane
  • Numeri pubblici di emergenza (112, 113, 118)
  • Pronto soccorso con specifici percorsi rosa per le donne vittime di violenza
  • Associazioni di donne o servizi specializzati contro la violenza verso straniere
  • Servizi/sportelli per lo stalking
La violenza sulle donne, come si legge in ogni notizia riportata dai mezzi stampa, è un'emergenza. Sono anni che si discute, che si cerca di fare informazione e prevenzione.
Credo sia necessario lavorare ancora di più, a 360° dal versante giustizia al versante servizi, sensibilizzare la cittadinanza ed educarsi ad uno stile di vita meno violento, dove i diritti sono riconosciuti, dove la parità di genere è una normalità e non una conquista (l'ennesima) da difendere con le unghie e con i denti. 

E' necessario un cambiamento affinchè il numero di vittime diminuisca e poi scompaia, affinchè si possa parlare di convivenza ed di una società civile e matura....consapevole.

Chiara

giovedì 13 novembre 2014

Assistente Sociale in cerca di se stessa...

Ci sono giorni che sento davvero l'esigenza di sedermi davanti al mio pc ed approdare qui, sul mio blog, che considero quasi un porto sicuro. Stante la mia esigenza, però, quei giorni sono quelli in cui sono davvero troppo stanca, troppo irritata, troppo presa dai miei pensieri che non riesco a coordinare volontà con necessità.

Oggi è un giorno di quelli ma, ho voluto fare uno sforzo ed andare oltre alla marea di pensieri (alcuni negativi), alla stanchezza di corpo e mente e cliccare il bottone "blogger - bacheca" ed eccomi qui, e lo devo ammettere, respiro con una regolarità che mi è famigliare.

Mi sono seduta ed ho cercato un senso a quello che sto facendo, ho cercato il significato del mio lavoro, ho allungato il passo e ho esplorato le motivazioni che mi hanno spinto a prendere determinate strade per poter ricordare quanto lo desideravo ai "blocchi di partenza".

Ho riflettuto, pensato, sospirato e sono arrivata ad una conclusione, o meglio ad una conclusione che, però, è il mio punto di partenza tutti i giorni, sono arrivata qui:

"L´esercizio della professione si basa su fondamenti etici e scientifici, sull'autonomia tecnico-professionale, sull'indipendenza di giudizio e sulla scienza e coscienza dell´assistente sociale. L'assistente sociale ha il dovere di difendere la propria autonomia da pressioni e condizionamenti, qualora la situazione la mettesse a rischio" (Art. 10 Codice Deontologico Assistenti Sociali)

E qui:

"L'assistente sociale opera con autonomia tecnico-professionale e di  giudizio  in tutte le fasi dell'intervento per la prevenzione, il sostegno e il recupero di persone, famiglie, gruppi  e  comunità, in situazioni  di  bisogno  e  di  disagio" (Art. 1 legge 84/1993)

Devo ammettere che arrivare con la mente qui, chiudere gli occhi e pensare al significato di queste parole mi ha risollevato, e sono sempre più felice di aver avuto la voglia e la forza mentale di scrivere.

L'ho scritto più volte anche qui che un mio professore, all'università, ci ha detto che il lavoro dell'assistente sociale è il più bello del mondo, ma per completezza di informazioni e per dar voce ai miei pensieri, devo aggiungere che è anche delicato, importante, difficile e che tutti i giorni mette alla prova.
E' necessario parlare con se stessi, parlare con i colleghi e con chi, se abbiamo avuto questa fortuna, ti segue da quanto eri "matricola".

Questo è il mio lavoro, questo è il nostro lavoro...questo è essere assistenti sociali...consapevoli.

...Secondo me...

Chiara

domenica 2 novembre 2014

"La Pratica Riflessiva nelle Professioni Sociali" - ASit, Roma 2014

Potrei riassumere la giornata del 31 ottobre con una sola parola: Grazie.

Sono stanca, sì, ma voglio scrivere, sento il bisogno di scrivere perchè è stata una giornata importante.
ASit, (http://www.serviziosociale.com/) associazione di Servizio Sociale su Internet, ha organizzato un evento che, oltre tutte le nostre aspettative, ha ottenuto un notevole successo.
"La pratica riflessiva nelle professioni sociali" ha riunito, presso la Sala della Protomoteca, in Campidoglio, a Roma, più di 250 persone professionisti del sociale che hanno voluto pensare e ragionare insieme su quella che è la pratica riflessiva.

La prima parte della mattina è stata, per me, un viaggio.

Abbiamo "ricordato" grazie all'Assessore di Roma Capitale, Rita Cutini, che ha mostrato un video che personalmente mi ha colpito molto. L'inchiesta sulla miseria nell'immediato dopo guerra.
Grazie a Cristina Odiard abbiamo attraversato il mondo dell'associazionismo, dalle prime a nascere fino alle più giovani, con un passione che solo lei era in grado di trasmettere così bene, ed arrivare dritta al cuore.
Siamo arrivati all' "oggi" con un mio intervento che ha fotografato la comunità professionale che comunica (?) ai tempi dei social network. Una fotografia, a parer mio, sconfortante, per arrivare, infine, all'intervento illuminante di Alessandro Sicora, docente presso l'Università della Calabria, che ci ha permesso di ragionare sulle dimensioni strategiche della riflessione, concentrandosi anche su "chi è un bravo operatore" ed un "operatore riflessivo".

La seconda parte è stata dedicata alla tavola rotonda che ha visto attorno allo stesso tavolo: psicologici, educatori ed assistenti sociali per comprendere l'importanza della riflessività e di quali strategie adottare nel quotidiano, unendo le forze fra noi operatori, non barricandoci, ma unendo competenze e professionalità.

Una mattinata nutriente e coinvolgente che mi ha lasciato nel cuore meravigliosi ricordi ed importanti spunti di riflessione, proprio perchè un buon operatore è colui / colei, che riflettere sull'esperienza.

Oltre al nostro convegno (gratuito poichè autofinanziato da noi Soci) c'è molto altro, ci sono abbracci, ci sono conoscenze nuove, ci sono sguardi di incoraggiamento e sorrisi di gratitudine.
Ci sono messaggi a posteriori che ti fanno sentire bene con te stessa, ma soprattutto ci sono i Soci di ASit, una famiglia, che nonostante le distanze c'è! E ci sarà sempre.
Siamo nati on line e talvolta ci ritroviamo "in giro" per l'Italia per dare nuova energia all'associazione ed alle nostre idee.

Questa, però, non è una pubblicità, è riconoscenza. 
Sono debitrice nei confronti di ASit e dei soci che mi hanno seguito passo dopo passo, dai primi esami all'università, fino alla tesi...e poi l'abilitazione ed ancora l'elezione a Consigliere Ordine A.S. Regionale.
Ci sono mail, ci sono sms e ci sono telefonate che mi hanno accompagnato e che mi seguono tutt'ora, perchè l'associazionismo, l'essere comunità è questo: crescere insieme e scambiarsi idee, pensieri, consigli e talvolta qualche piccola "sgridata", passatemi il termine.

Grazie a tutti i partecipanti al nostro convegno, dunque.
Grazie ad ASit per essere la mia "casa sociale".
Grazie agli amici per le emozioni.
Grazie a chi mi ha accompagnato nell'avventura.

Chiara

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La Pratica Riflessiva nelle Professioni Sociali - Roma 2014