"All things must pass
none of life’s strings can last
so, I must be on my way
and face another day "
G. Harrison - 1970
Non scrivo da tempo, ma è da tanto tempo che penso di farlo.
Vero! Non l'ho fatto e lo faccio solo adesso, ma è così che è andata.
Scrivo perché sono accadute così tante cose e ho bisogno di trovare, fra di loro, un filo rosso comune.
C'è, eccome se c'è.
L'ho trovato.
E' un filo rosso che nasce Carminio, prosegue Valentino e poi Scarlatto.
E' un filo bagnato di lacrime, lacrime copiose e dolorose.
E' un filo coccolato da abbracci e baci intensi.
E' un filo a tratti spezzato e in quei tratti il rosso è Mogano; si è spezzato perché, forse, il coraggio è venuto meno, o forse, perché quel coraggio ha avuto la forza di curvare, spezzare, di tranciare e lasciar andare.
E' un filo forte, sicuro alla base, sulla quale cammino e mi riconosco. E' rosso Cremisi.
Questo filo che accomuna è il mio cambiamento.
Cambiamento...una parola che noi assistenti sociali sentiamo fin dai primi giorni della nostra formazione.
Temo, però, che non ci soffermiamo abbastanza a riflettere sul suo significato e non lo svisceriamo, o ancora non ne facciamo esperienza.
Avete mai provato a lasciare la vostra zona sicura, quella chiamata comfort zone?
No, non intendo cambiare strada per andare a lavorare, oppure modificare l'orario di sveglia mattutina per fare due esercizi perché, bè, il nostro personal trainer tik-toker così ci dice di fare.
Uscire dai confini della zona sicura significa perdere l'equilibrio e vedere quel Carminio intorno a sé, bè diamine se fa paura!!
Lì nascono domande, domande profonde ed esistenziali.
Lì nasce anche, in parte, un senso di colpa.
Da quel barcollare, allora, è importante trovare un orizzonte, avere attorno chi quell'orizzonte lo rende chiaro e nitido e non è sempre così scontato.
Noi abbiamo risorse, abbiamo amici, parenti, conoscenti e anche "nemici" che ci aiutano a delineare l'obiettivo, ma tutti sono così fortunati?
Le persone che accompagniamo sono così attrezzate? Oppure sono sole, mal consigliate, impaurite e quella comfort zone resta quello che loro conoscono e non vogliono assolutamente sentire parlare di "cambiamento"?
Chi siamo noi per dire loro di uscire da quella comfort zone?
La zona sicura non deve per forza essere modificata del tutto, a volte va collocata altrove, o solo rimessa in carreggiata, ed ecco che noi possiamo essere davvero buoni accompagnatori e lo saremo ancora di più se facciamo esperienza di quel barcollare.
Ho perso l'equilibrio, le parole (come canta il mio buon vecchio Liga) e qualche certezza quotidiana, ma sono avvolta da Cremisi.
Il complementare del "rosso" è il "verde" che è il mio colore preferito. Quell'orizzonte è verde Smeraldo ed è là che devo tendere.
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