O tempora o mores, direbbe Cicerone e lo scriveva ai suoi tempi, ma anche noi possiamo tranquillamente farla nostra.
A cadenza, quasi, regolare in tv e sui giornali nasce un nuovo caso di cronaca nera, dai bambini agli adulti le vittime spesso vengono esaltate quando il fatto è "fresco" ma, col tempo, si dimenticano ed al centro dell'attenzione troviamo solo i carnefici od i presunti tali.
Noi non dobbiamo e non possiamo giudicare, non siamo nè la Legge nè giudici ma, possiamo analizzare i fatti, soprattutto quelli che accadono quando, i carnefici o presunti tali, escono dal carcere.
Certo, è importante anche il periodo di detenzione, che ricordiamo, deve esser volto alla rieducazione del condannato, riabilitarlo e fornirgli gli strumenti adeguati per potersi inserire nuovamente in società.
Ecco, come deve avvenire questo reinserimento?
Scrivendo libri? Apparendo in tv? Interviste e video rubati da qualche anonimo cellulare? Oppure, con supporti educativi, psicologici e con la società - tutta - pronta e capace di riaccogliere un cittadino che, possiamo dirlo, si riaffaccia alla vita?
E con questo intendo dire che sarebbe il caso che, chi esce dal carcere non venisse etichettato come "assassino", "ladro", "truffatore"...ma venisse riconosciuto come uomo, come persona! Con la sua dignità di uomo, con il suo background certamente ma, con ancora tutti i diritti integri.
E dall'altro lato, la persona che ora è libera, abbia la capacità di affrontare il percorso, la nuova possibilità che gli è stata concessa con onore e dignità, con il coraggio e la forza di non scrivere libri e non andare in tv a fare appelli ma, adeguandosi al tempo.
Non facile, perchè, le difficoltà sono tante, da diversi fronti, ma nuovamente (e mi ripeto) è importante lavorare con la collettività, sul territorio al fine di educare e preparare i cittadini di oggi e di ieri, a non avere paura ma, ad accogliere e proseguire insieme.
Non apparire, ma essere. Essere uomini, essere professionisti, essere in grado di garantire diritti esigibili ed adempiere ai nostri doveri di cittadini.
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