sabato 22 ottobre 2011

Dal "Grande Fratello" allo sfratto

In questi giorni, in tv, sta passando la pubblicità della nuova edizione del programma reality "Grande Fratello", al contempo, in alcuni (e non in tutti) salotti televisivi, si apprendono storie e vicende umane - oramai - all'ordine del giorno.
Cosa c'è di strano in tutto ciò? In apparenza nulla se non si approfondiscono le notizie.

La Casa del Grande Fratello quest'anno è più grande, offrirà ai concorrenti tutti i confort e la conduttrice indosserà abiti non griffati bensì, abiti che - come lei stessa ha dichiarato - tutte le ragazze, il giorno dopo della diretta, possano acquistarlo (a 30€).

Le notizie, che non tutti i canali televisivi passano, sono storie di difficoltà quotidiane, sono le vite di persone che vivono in questa società e, loro malgrado, si trovano in difficoltà. Hanno accettato di portare aventi le loro vite, come è giusto che sia ma, nel momento del bisogno, vengono lasciati soli. Dimenticati. Invisibili. Ai margini.


Ci sono note stonate, forse anche dolorose, quando si apprende che le persone in questione sono state sfrattate, hanno figli disabili, vivono in strada e che, per dignità, dopo la notte passata all'addiaccio, con una scopa rassettano il loro giaciglio fatto di cartoni. Il padre, per evitare che alla famiglia accada qualcosa, sta sveglio e le sorveglia, le accudisce.

Cosa stride?
Ebbene stride che sempre di casa si parla. Il diritto alla casa, il diritto alla dignità, alla salute, alla protezione che le famiglie che non arrivano a fine e si rivolgono alla Caritas, si vedono negare...mentre i concorrenti del Grande Fratello, sebbene sia un format televisivo, hanno gratuitamente.

Mi chiedo questo: perchè la società tutta non s'accorge di quanto bisogno ci sia attorno a sè?
Quanto manca proprio nella casa a fianco, sempre che la casa ci sia?
Perchè investire soldi, che immagino siano della rete del programma (quindi privati), anzichè fare donazioni ad enti, associazioni, allo Stato stesso?
E perchè la collettività non si sveglia dal torpore "voyeuristico" (mi si passi il termine) e lascia il passo ad argomenti più seri, più interessanti e soprattutto più attuali?
Il vicino, da sempre, è al centro della solidarietà, bene, riappropriamoci di questo valori, apriamo gli occhi e cerchiamo di indirizzare l'attenzione, di tutti, verso chi ha realmente bisogno.
Diamo un altro valore ai valori...che si stanno, inesorabilmente, perdendo.

Non può intervenire una rete televisiva a salvare dalla strada e dal freddo una famiglia anzichè lo Stato perchè, la società, richiede altro.
Non è questo il mondo che è stato lasciato dai nostri "padri"

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