martedì 20 dicembre 2011

La Milano che corre alle 7 del mattino.

Il mattino ha l'oro in bocca, la saggezza popolare non ha mai "sbagliato" un colpo.

Perchè non sfruttare appieno una giornata e lasciare che le ore migliori vengano perse?
E così, già alle 7 del mattino Milano corre, corre, corre e ti sorpassa.
Da qualche anno non abito più nella "mia" Milano e ho potuto assaporare un ritmo di vita più tranquillo, dove sì c'è traffico ma, quando si corre è solo per il clamoroso ritardo.

Ieri, da spettatrice, ho osservato la Milano sotterranea e la Milano in superficie.
Che corse, quante persone che tagliano la strada senza prestare attenzione a chi si trova davanti e dietro.
"Ehh se non ti butti" è la frase più ricorrente.
Certo se tutti corrono nessuno ha il tempo per pensare che anche un'altra persona deve passare, ma quello che più mi ha colpito è l'assenza di scambi di sguardi.
Nessuno ha incrociato il mio sguardo, io lo cercavo fra la folla ma, non ho avuto fortuna.
Solo quello di un bimbo in braccio alla mamma che chiedeva l'elemosina sul vagone della metro.

Un dolore al cuore, certamente. Il confronto con la realtà frenetica mi ha bruscamente riportato alla realtà, era la mia fermata, dovevo scendere, le porte non erano quasi aperte che... ero già stata sbalzata fuori.

Mi chiedo, ma tutto questo correre, non potrebbe essere ridimensionato?
Se è per l'assenza di mezzi di trasporto, perchè i cittadini tutti non ne richiedono? Il biglietto lo pagano, no? anche chi viene da fuori.
Se è per la sveglia che suona troppo tardi, anticipatela, la sera si va a dormire prima e la mattina si ha tempo per non investire nessuno, nè al semaforo nè sulle scale di una stazione.

I motivi possono essere tanti, il lavoro e l'orario ci sono ovunque, sarebbe bello recuperare un pò il nostro tempo e lo sguardo altrui, può nascondere tante cose, anche un sorriso, che in tutte le ore del giorno fa sicuramente bene.


Chiara

1 commento:

  1. E' vero, molta gente è in ritardo, molta gente è semplicemente prepotente e ha bisogno di vincere sul prossimo passandogli avanti ad un incrocio, su una scala mobile, alla fila della posta.
    E chi ama correre? Chi non può farne a meno?
    Qualcuno sente che la vita non è sufficientemente lunga per vivere tutti i propri sogni e bisogni e deve correre per realizzarne il maggior numero.
    Qualcuno ha bisogno di correre per sentirsi vivo.
    Qualcuno ha bisogno di fendere la folla passandogli accanto come un fantasma, veloce e incorporeo, evanescente. Sfiorarli tutti, con il corpo e con lo sguardo, guardarli tutti senza vederne nessuno.
    Sono pochi, sono (ironia della sorte) sfuggenti.
    E forse semplicemente non amano lasciare un segno tangibile del loro passaggio ai più. Solo la sensazione.

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