giovedì 29 dicembre 2011

Auguri


Il mio blog per qualche giorno sarà a riposo.
Con questo post voglio augurare a tutti un felice anno nuovo, che sia un 2012 all'insegna della giustizia sociale.

Auguri a tutti.

Chiara

Quando a truffare è l' "assistente sociale"..

...sì ma non un assistente sociale abilitato, no, bensì persone che si spacciano per tali per truffare le persone.

E' risaputo che gli anziani sono bersagli facili, che ogni tipologia di operaio da quello del gas, della luce e persino dell'acqua è stato strumentalizzato e che tante sono le segnalazioni fatte (e le simulazioni) per sensibilizzare l'anziano, e qualsiasi cittadino, a non aprire se non previo avviso o comunicazione.
Bè, ma se è a suonare al campanello è l'assistente sociale senza preavviso?
Che faccio? Apro?


NO!!

Non si apre alla "prima" assistente sociale che ha la brillante idea di suonare al vostro campanello, perchè l'assistente sociale non lavora così. Certo, è uno strumento che utilizza, quello della visita domiciliare, come il medico ma, in entrambi i casi dev'esserci un contatto precedente, una conoscenza, una reale motivazione che porta il professionista a casa vostra.

Un professionista dell'aiuto come l'assistente sociale prima costruisce con l'utenza una relazione che si basa sulla fiducia, che permetta ad entrambi di conoscersi e soprattutto non si presenta senza motivo alla porta di casa, se lo fa è perchè vi è un reale motivo e soprattutto, la visita dev'essere programmata, sennò vietato aprire la porta a chi si spaccia per assistente sociale.

Nella truffa s'è imbattuta un'anziana di 90 anni che, nonostante avesse specificate alle due finte assistenti sociali di non essersi mai rivolta ai servizi sociali, ha ricevuto un bel regalo di Natale, la casa svaligiata.
Concludo dicendo che, la professione e l'immagine dell'assistente sociale non sono amate dalla collettività, alcuni non sanno neanche quale sia il lavoro che viene svolto dai servizi e dagli operatori, è bene quindi denunciare e portare alla luce queste truffe e spiegare alla cittadinanza - tutta - che lavoro svolge l'assistente sociale, qual è il suo modo di operare, con quali principi e valori e soprattutto a quale scopo.

Ribadisco: non aprite la porta se a suonare è un assistente sociale che con voi non ha mai avuto a che fare.

Chiara

mercoledì 28 dicembre 2011

Gioca responsabilmente!!

Ogni pubblicità che sponsorizza giochi on line, giochi d'azzardo, gratta e vinci e simili termina con questa frase "gioca responsabilmente" e non è una "massima" nuova, è presa uguale uguale da quelle reclam che ci invitano a bere Rum e prodotti affini "bevi responsabilmente".

Assolutamente corretto sottolinearlo e non indurre il consumatore a bere quasi tutta la cantina più vicina a casa e non svuotare il primo tabaccaio che trova sulla strada, ma quello che non passa è il messaggio che sottolinea a chiare lettere che: giocare, bere ed altre pratiche portano dipendenza, ossia come le ciliegie un bicchiere tira l'altro, un gratta e vinci tira l'altro.

Ho in mente la scena di una signora anziana in tabaccheria che chiede al tabaccaio 100€ di giocate al lotto, sottolineando che, quelli erano gli ultimi soldi della pensione. Io non mi sono fatta avanti perchè non conoscevo la signora ma, il tabaccaio sì, e non ha esitato a fare le giocate, le ha preso io 100€ e le ha dato i biglietti con i numeri...sfortunati, perchè non vinse.

Mi chiedo perchè tempestare televisioni e siti internet con pubblicità ed inviti a giocare con lotterie, slot machine, poker on line e spuntano come funghi le agenzie di scommesse, che facendo leva sulla psicologia, sono locali tutti colorati ed invitano anche a bere qualcosina e sedersi su comodi divani.

Non voglio mettere in dubbio l'autodeterminazione di ciascuno, ognuno è libero di scegliere e di creare il proprio destino ed anche cercare fortuna ma, sarebbe il caso che oltre alla pubblicità venissero anche spiegati gli effetti del gioco d'azzardo, le conseguenze che si possono ripercuotere su chi si trova nella rete del giocatore.
E soprattutto sarebbe da chiedersi, cosa intendono per "responsabilmente"?

Chiara

venerdì 23 dicembre 2011

Auguri di Buon Natale



Ed auguro a tutti i miei lettori - presenti, passati e futuri - tanti auguri di Buon Natale.
Che tutti possano passare delle liete e serene giornate con i propri cari.

Chiara Biraghi

giovedì 22 dicembre 2011

...a Natale... tutti più buoni

Questa frase non mi piace.
Motivo? Perchè solo a Natale? Cos'è questo Natale che rende tutti più buoni?

No, non mi dilungherò con discorsi di nascite di bambinelli e simili, non sono la persone più adatta e non è neanche lo scopo di questo, breve, post.

Mi chiedo perchè a dicembre, col freddo che fa, si "deve" essere tutti più buoni? Saranno mica tutti quei pandori con la crema di mascarpone sopra?

Io credo che se fossimo tutti i giorni un poco più buoni, avremo un modo migliore.

- Dare uno sguardo all' "altro"
- Non giudicarlo ma, accompagnarlo
- Tendere una mano quando vediamo che una "vita" barcolla
- Offrire un orecchio quando il silenzio diventa così assordante da rendere tutto incomprensibile

...

insomma, non aspettiamo Natale per fare un "regalo", facciamo sì che tutti i giorni siano la spinta, il motivo che ci porta all'apertura, alla condivisione ed alla comprensione.


Chiara

martedì 20 dicembre 2011

La Milano che corre alle 7 del mattino.

Il mattino ha l'oro in bocca, la saggezza popolare non ha mai "sbagliato" un colpo.

Perchè non sfruttare appieno una giornata e lasciare che le ore migliori vengano perse?
E così, già alle 7 del mattino Milano corre, corre, corre e ti sorpassa.
Da qualche anno non abito più nella "mia" Milano e ho potuto assaporare un ritmo di vita più tranquillo, dove sì c'è traffico ma, quando si corre è solo per il clamoroso ritardo.

Ieri, da spettatrice, ho osservato la Milano sotterranea e la Milano in superficie.
Che corse, quante persone che tagliano la strada senza prestare attenzione a chi si trova davanti e dietro.
"Ehh se non ti butti" è la frase più ricorrente.
Certo se tutti corrono nessuno ha il tempo per pensare che anche un'altra persona deve passare, ma quello che più mi ha colpito è l'assenza di scambi di sguardi.
Nessuno ha incrociato il mio sguardo, io lo cercavo fra la folla ma, non ho avuto fortuna.
Solo quello di un bimbo in braccio alla mamma che chiedeva l'elemosina sul vagone della metro.

Un dolore al cuore, certamente. Il confronto con la realtà frenetica mi ha bruscamente riportato alla realtà, era la mia fermata, dovevo scendere, le porte non erano quasi aperte che... ero già stata sbalzata fuori.

Mi chiedo, ma tutto questo correre, non potrebbe essere ridimensionato?
Se è per l'assenza di mezzi di trasporto, perchè i cittadini tutti non ne richiedono? Il biglietto lo pagano, no? anche chi viene da fuori.
Se è per la sveglia che suona troppo tardi, anticipatela, la sera si va a dormire prima e la mattina si ha tempo per non investire nessuno, nè al semaforo nè sulle scale di una stazione.

I motivi possono essere tanti, il lavoro e l'orario ci sono ovunque, sarebbe bello recuperare un pò il nostro tempo e lo sguardo altrui, può nascondere tante cose, anche un sorriso, che in tutte le ore del giorno fa sicuramente bene.


Chiara

giovedì 15 dicembre 2011

Proporzioni: Progetti e bisogni 100 fondi 0

I numeri non mentono mai, possiamo essere anche carenti in matematica ma, quando ci troviamo di fronte a determinati segni, non possiamo interpretare in maniera errata.
Fatta questa doverosa premessa voglio cercare di capire come si potrà andare avanti nel nostro paese, e così in un qualsiasi paese, dove i cittadini hanno bisogni da soddisfare, hanno diritti esigibili e che adempiono ai loro doveri.

Partiamo dai numeri: il primo che voglio citare è 328 numero di una legge del 2000 (legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi), sistema integrato non mera assistenza;
procedo con questi numeri: Fondo nazionale per le politiche sociali: nel 2008 poteva contare di 929,3€ nel 2011solo di 275€, Fondo per la famiglia nel 2008 era di 346,5€ mentre nel 2011 arriva a  52,5€, Fondo per le non autosufficienze nel 2008 era di 300€ quest'anno 0€...e non voglio proseguire con i numeri perchè il quadro che sto disegnando, oltre che a far male, fa innervosire.

Fa male ai genitori, ai giovani, ai cittadini tutti che si vedono portare via quello di cui hanno bisogno e non sanno dove e come poter trovare una soluzione. Stiamo assistendo a troppi episodi di violenza ma, che stanno rappresentando molto bene l'Italia di oggi e quella che verrà.
Non possiamo accettare di risentire: "Il popolo ha fame dategli le brioches!", il popolo ha fame, bene facciamo tutti sacrifici e ripartiamo, facciamo ripartire la macchina Italia che si sta per spegnere.
Non mi manca la fiducia nel nuovo governo, ma mi mancano le soluzioni.

Progetti negli ospedali, meravigliosi ed innovativi da rimandare perchè non ci sono i soldi,  ma vediamo pazienti dimessi col drenaggio, conseguenza: la morte.
Progetti nel terzo settore: da mettere nel cassetto perchè gli enti locali non hanno i fondi, o come si legge si intascano i soldi e, con la scusa della crisi, non vengono accusati perchè c'è l'alibi.
Famiglie che non sanno come sfamare figli, anziani che rubano, pensionati che devastano sportelli Inps, migranti che si vedono negato il diritto allo studio.

Come si può andare avanti così e definirsi un paese civile Abbiamo delle leggi da rispettare, leggi che hanno anche un'ottica europea, diamogli attuazione.
Non possiamo tornare indietro di 100 anni e basarci sull'assistenza al povero, cerchiamo di rinascere dalle nostre ceneri, valorizziamo il merito, riscopriamo i valori della comunità, non nascondiamoci dietro al tanto c'è la mia mamma che paga...


Siamo persone, tutti, dal politico al senza tetto e dobbiamo godere degli stessi diritti di cittadinanza.


Chiara

mercoledì 14 dicembre 2011

L'amicizia...per tutti i miei amici - vicini e lontani -

Nasco, cresco, inciampo (e le ginocchia ne risentono, adesso bè non sono così belle da vedere), mi rialzo, c'è chi mi tampona le ferite e chi invece me le provoca.
A volte sono stata masochista e "quella" ferita me la sono inferta.

E' la vita questa, ma la vita sa anche dare un colpo a quella ruota e ti permette di incontrare, a volte nei modi più impensati, persone che "viaggiano" con te e - a volte - ti "pagano anche il biglietto".
Non c'è una regola, non c'è un segno...quell'incontro avviene!

Parli tu, parla lui e si scopre quante sono le cose che si condividono, quali sono i punti di divergenza...che spesso possono portarti anche a conoscere meglio quello che, presto, diventerà tuo amico.
Ed eccolo lì, quel piccolo rapporto cresce, inizia a formarsi il noi ed ecco che il fiore dell'amicizia è sbocciato.

Prima, l'amico, era quello che tutti i giorni vedevi a scuola, al muretto, era quella persona con la quale passavi ore al telefono. Adesso è ancora così ma, grazie ai social network, si conoscono persone che magari abitano chilometri lontano da te ma, che ogni giorno, con un messaggio, con un "poke", con uno squillo...ti fanno sentire che ci sono.
E' anche quello un rapporto vero, è anche quello una piantina da coltivare, la distanza non dev'essere una maschera.
Io nel mio viaggio sto incontrando persone favolose, alcune mi danno forza, altri consigli, altri suggerimenti ed altri ancora speranze..ma con tutte loro voglio proseguire raggiungendo le mie / nostre mete.

Teniamo "al caldo" il valore dell'amicizia, riscopriamolo e diffondiamolo ne trarremo - sicuramente - buoni frutti.

Anche l'amicizia è un pensiero sociale...

Un grazie a tutti i miei amici!

Chiara

martedì 13 dicembre 2011

...quando si ruba per fame

Le notizie di questi giorni stanno fotografando molto bene le condizioni del nostro paese e di come la cittadinanza reagisce.
Assistiamo a suicidi perchè "non ce la faccio più ad andare avanti", veniamo a conoscenza di risse e gli anziani si trovano costretti a rubare perchè la fame morde, perchè la pensione non basta, perchè i servizi sono carenti e perchè mangiare è un bisogno primario di tutti.

Questi anziani magari avranno anche insegnato ai loro nipoti "le buone maniere", avranno dato loro la "paghetta" ma, quando svestono i panni di nonni, si trovano a far i conti con una vita che non regala più nulla.
Che fare, dunque? 
- Morire di fame?
- Chiedere l'elemosina?
- Rivolgersi ai servizi? (che per inciso, come dichiarato dalla Presidente dell'Ordine degli Assistenti Sociali, "il settore del servizio sociale professionale sta diventando sempre più marginale e ristretto")
- Chiedere aiuto alla propria famiglia?
- Rubare?

Tutte probabili soluzioni ma, la prima e la seconda non sono auspicabili, la terza bè potrebbe essere un'ottima idea ma, con i tagli ai Fondi c'è poco da sperare, la quarta attuabile ma, se anche la famiglia non naviga in buone acqua risulta difficile chiedere un aiuto, ed infine andare a rubare con la speranza di farla franca.
E' difficile ma la fame spinge a comportamenti impensati e così, anche l'anziano, si vede costretto a rubare una fettina di carne per poter risparmiare e pagare le utenze.

Anzichè condannare il gesto, andiamo oltre, all'origine ed alla spirale viziosa che ha portato a questo gesto? E soprattutto cerchiamo di capire come fare per evitare altri episodi del genere.
Una soluzione è stata proposta da la Cooperativa "Il Mandorlo" e la Comunità Emmanuel che hanno dato vita ad un emporio solidale, dove le famiglie che si trovano in difficoltà possono fare la spesa gratuitamente per poter arrivare a fine mese.

Iniziativa lodevole ma, questo non deve far "sedere sugli allori" chi ha il dovere di sostenere i suoi cittadini, tutti, dal più piccolo al più anziano, riconoscendo quelli che sono i diritti esigibili per Costituzione.


Chiara

lunedì 12 dicembre 2011

E' tutta questione di "pelle"?



"Ma tu non sei come gli altri, sei nera!"
Affermazione aberrante, che diventa ancora più ripugnante se a pronunciarla è un'insegnante di una scuola media.
Un elaborato di geografia che se scritto da una ragazzina "bianca" vale 9, se scritta da una ragazzina "nera" merita un 7.
Il fatto è emerso grazie alla bambina che, tornando a casa, ha raccontato alla mamma quello che è accaduto. La mamma non s'è tirata indietro, ha chiesto spiegazioni e persino la classe di alunni ha confermato quelle parole.
E non è la prima volta, poichè la donna di 40 anni, prima insegnava anche italiano e storia, le rimaneva solo la geografia e chissà adesso?

Non è stato preso nessun provvedimento disciplinare, ma non sta a me / noi giudicare ed infliggere pene, ma è doverosa una riflessione.
Da anni, da secoli si lotta contro ogni forma di razzismo, gruppi, denunce, battaglie e persino Tesi di Laurea (compresa la mia) ma, sembra che ancora nulla sia cambiato.

Si fa una questione di pelle, di colore e di diversità. 
Ma chi sono io per poter definire l'altro..."diverso"?? 
Una canzone faceva così "abbiamo due braccia, due mani ,due gambe, due piedi, due orecchie ed un solo cervello" quindi, dove sta tutta questa diversità?
Certo abbiamo culture differenti che ci formano, ma è questo il bello, condividere le proprie origini e capire meglio gli altri.

Questo messaggio dovrebbe essere un motto per tutti coloro i quali lavorano nel sociale, nel campo dell'educazione e della sanità.
Interculturalità è la parola chiave, non possiamo fare finta di nulla.

"I soggetti "mancanti" della società. La diversità come valore e principio nella prospettiva interculturale"

Chiara

Un grazie a Daniele Silvestri e la sua "Le cose che abbiamo in comune".

mercoledì 7 dicembre 2011

Quando il sesso non è "piacevole"

Da che mondo è mondo si fa sesso. E da che mondo è mondo è tabù, determinate resistenze sono venute a cadere ma, ancora oggi alle porte del 2012, si fatica a parlare di sesso, si condanna chi parla di "preservativo" in tv, ma poi? Poi tocca leggere notizie che fanno male al cuore e sconvolgono la mente.
Nuove pratiche, nuove idee talvolta al limite.
Si passa dall'alcool al sesso, alla droga come se nulla fosse, senza considerare quali siano le conseguenze.

E queste si conosco, la maggior parte di noi sa a cosa va incontro quando compie una determinata azione, ma ho letto più volte queste parole "non pensavo sarebbe capitato a me", "ma per una volta" e simili. Dimostrano incoscienza quanto menefreghismo.

Quindi, dopo l'alcool negli occhi o imbevuto nel cotone e poi infilato in posti impensabili, siamo arrivati al "sexting".
"Sexting": invio di immagini sessuali via internet o via cellulare a persone conosciute e non e viene praticato senza differenze di genere.

L'Eurispes ha denunciato una situazione al quanto preoccupante: sesso non protetto, sesso virtuale ed immagini pornografiche che vengono condivise sul web, e che, come oramai sappiamo, nel giro di pochissimo fanno il giro del mondo.
L'istituto di ricerca ha anche dato una spiegazione a queste nuove pratiche: "incapacità e paura del confronto col coetaneo" .

Se riflettiamo, il "sexting", può essere fatto in maniera consapevole, quindi con uno scopo "goliardico", oppure può tradursi in bullismo, in reato e portare a conseguenze più gravi: suicidi, omidici, malattie mentali e distrubi del comportamento alimentare.

Arrivata a questo punto mi chiedo: cos'è successo? Cos'è sfuggito di mano a noi tutti? Educatori, insegnanti, genitori e voglio aggiungere il mondo della musica e della tv dove intendono andare? Che direzione preferiscono prendere?

E' una questione di valori, i cari e vecchi valori, cerchiamo di riportare l'attenzione su quello che è andato perso e fare ragionamenti su cosa può essere "giusto" e cosa può essere "sbagliato", senza presunzioni ma con uno scopo ed un fine preventivo, quello di evitare tragedie personali e collettive.

lunedì 5 dicembre 2011

5 Dicembre giornata nazionale della salute mentale.

«...mi chiedo... "ma tu sei "normale"?»
«E con "normale" che intendi?...vuoi forse dirmi che tu, sì proprio tu, non hai nessuna paura, nessuna fobia, nessun "problema". Hai sempre il controllo su tutto, non hai mai reazioni "strane" e soprattutto tu...sei perfetto, vero?»
«Sai, Franco diceva "visto da vicino nessuno è normale" e non mi riferisco a Franco, il mio ex vicino di casa, no...sto parlando di Franco Basaglia.
Non sai chi è?»
«Una mia professoressa avrebbe già inveito contro di te e, forse, ti avrebbe bocciato, perciò vai a cercare chi è, vai..sù!!»
«Hai cercato? Bene, che hai da dirmi? Vuoi commentare qualcosa?»
«Io, dal mio canto, posso dirti che no, non sono "normale", quando sono in casa da sola bè, io parlo con me stessa, riflettiamo, ragioniamo. Sì me ed io ragioniamo».
«Cosa dici? Non ho le rotelle a posto? Sai che ti rispondo? In questo mondo sono fiera di non avere le rotelle a posto, voglio mescolarmi ai colori del mondo, misurarmi con tutti e cercare fino a dove l'uomo si può spingere, l'uomo e la sua mente».
«Non credere che tu, solo perchè sei tu, sarai immune. No! Non crederlo, il mondo corre e non ti aspetta e, se sei abbastanza veloce, bè buon per te, ma qualora dovessi "scoppiare" a metà della corsa? Non vorresti qualcuno che sappia capirti e soprattutto ritenerti ancora "buona" per proseguire - con i tuoi tempi e modi - la corsa?»
«Ecco butta un occhio a chi ti circonda, non giudicarla, non ghettizzarla».
«Contribuisci a creare una società inclusiva».

Discorso con me stessa, dedicato a tutti voi.

3 Dicembre giornata internazionale delle persone con disabilità

Ho scoperto questa giornata scrivendo la mia tesi, la mia tesi...ebbene sì, nessuno mi ha imposto cosa e come scriverlo. No, io ho potuto analizzare, conoscere e scoprire.
Ho scoperto nomi, conosciuto persone e letto tanti libri con tante storie di vita.
Ho potuto lavorare con persone con disabilità, sono cresciuta con loro e mai dimenticherò le emozioni, le gioie ed i dolori che ho vissuto camminando con loro.
Nomi, visi, storie e vite che si sono intrecciate con la mia, io, che fino a qualche tempo fa, non mi ero mai approcciata alla disabilità.
Un mondo pieno di scoperte e pieno di dolore, colmo di dispiaceri perchè non ti viene dato quel giusto e normale riconoscimento che meriti, ma anche ricco di piccole cose che ti fanno sorridere mentre cammini per strada verso casa.
Parliamo di diritti, parliamo di bisogni parliamo di riconoscimento...le persone con disabilità, le loro famiglie e gli operatori meritano di vedersi riconosciuti sforzi, sacrifici; non devono essere guardati con pietà, no! Siamo tutti persone, con eguali diritti...siamo tutti cittadini di una società che, però, non considera tutti alla medesima maniera.
Il diverso, l'handicappato, lo scemo, il down, il pirla...ed altri ancora sono gli epiteti che ho sentito affibbiare a queste persone, tralasciando i sentimenti che vivevo in quei momenti, quello che veniva (e viene) dimenticato è...
Chi sei tu per poter chiamare così un'altra persona?
Cos'hai tu in più di lei?
E se fosse capitato a te? E non solo la disabilità ma con essa le discriminazioni, i servizi mancati, lo scarso se non nullo riconoscimento e, soprattutto, la solitudine che molto spesso accompagna le persone con disabilità ed i loro famigliari?

Non sono soggetti "mancanti" sono persone, come tali vanno rispettati e senza che ci sia qualcuno che lo debba ricordare.
Confrontati e prendi il buono che la "diversità" può donare, scoprirai un mondo!

Articolo dedicati ai "miei ragazzi" ed a tutti i miei amici, che non vedono la "mancanza" ma l'opportunità.

Chiara

2 Dicembre giornata internazionale per l'abolizione della schiavitù


Conto quanti anelli mi dividono 
dai piedi di quelli avanti che mi guidano 
vedi sono quanti quelli che mi legano 
agli altrettanti piedi che mi seguono 


"Kunta Kinte" - Daniele Silvestri




Questa giornata ricorda l'approvazione della Convenzione sulla soppressione del traffico di persone e lo sfruttamento della prostituzione altrui. Era il 1949.
Cos'è cambiato nel corso degli anni? 
Ha trovato applicazione questa convenzione?
Che forme ha la schiavitù?
Che è schiavo? E chi è il padrone? E perchè?

Non voglio dare risposte a queste domande, vorrei che stimolassero pensieri sociali.
E' sicuramente un fenomeno complesso che "abbraccia" donne, bambini, uomini, migranti e diversi campi dalla vendita di organi alla prostituzione.
Non voglio dilungarmi oltre, concludo questo mio breve articolo con le parole di Ban Ki Moon: "La schiavitù è una piaga che ancora non è stata estirpata nel mondo".

Chiara

giovedì 1 dicembre 2011

1 Dicembre giornata internazionale contro l'Aids

Sindrome da Immunodeficienza Acquisita. AIDS.
Una malattia che si presume abbia avuto origine nell'Africa Subsahariana e che ha avuto, poi, una diffusione a livello mondiale.
Qualche settimana fa, il programma televisivo "Le Iene" ha mandato in onda un servizio registrato in Africa, in Malawi, dove la maggior parte dei bambini presenti sono orfani, in quanto, i loro genitori sono morti a causa di questa malattia ed è probabile che anche quei bimbi siano contagiati.
Non serve, però, andare fino in Africa è una malattia molto diffusa che incute ancora molto timore, stigmatizzando e ghettizando coloro i quali ne sono affetti.
Nei tg nazionali che ho potuto ascoltare quest'oggi ho sentito che i "numeri" sono in calo ma, mi è bastato leggere qualche notizia o statistica sul web, per rendermi conto che quei "numeri" che sono poi persone, non sono così incoraggianti.
La giornata di oggi, con un simbolo il fiocco rosso, è nata nel 1988 istituita dall'Oms, con obiettivi precisi: sensibilizzazione e soprattutto mantenere alta e viva l'attenzione su questa malattia e, come ho accennato sopra, cercare di combattere la discriminazione contro quelle persone che ne sono affette.
Importante, in casi come questi, è l'informazione su medicine, cure e prevenzione.

Prevenzione una parola chiave in tutti gli ambiti, fondamentale in questo campo.
Come prevenire? Con il profilattico, un'educazione corretta che vada in questa direzione, sicuramente può salvare delle vite. Non è stampato sulla faccia della persona se è infetto oppure no...come recita lo slogan di questa giornata"proteggiti semplicemente".

Come professionisti del sociale contribuiamo a creare una cultura della prevenzione, educhiamo in tutte le scuole di ordine e grado, facciamo informazione e sosteniamo le persone che devono affrontare questo doloroso percorso di vita.

In chiusura lascio un articolo che può fornire interessanti informazioni:
http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/news/articolo/lstp/432531/

Chiara

Il "mio" treno interculturale

E chi lo ha detto che l'Italia non è un paese "multiculturale"?
E chi lo ha detto che l'Italia resta tale perchè dev'essere "abitata" da soli italiani?

..basta fare un viaggio su un treno ed accorgersi dell'esplosione di colori e di voci, diverse ma nello stesso tempo uniche.
Lineamenti di visi particolari, voci che possono sembrare simili ed invece sono di paesi diversi.
Vedere il bimbo di una mamma egiziana che vuole giocare con te senza che lei si tiri indietro.

A ben vedere, le esperienze concrete mostrano la verità dei fatti, l'Italia è multiculturale, l'Italia è intercluturale e l'Italia è colorata.
Questi colori devono farci paura? Assolutamente no, il "diverso" deve incutere timore e diffidenza? No!
Un ragazzo di cui non so la nazionalità, fermi in stazione, solo perchè gli ho controllato il bagaglio voleva offrirmi un caffè. Non ho pensato al peggio, ho pensato alla gentilezza del suo sorriso quando non ho accettato per paura di perdere il treno. E mi ha fatto anche salire prima di lui.

Sì, siamo interculturali, siamo immersi nel "melting pot" e chi lo nega non vuole vedere nè sentire e spesso non s'accorge di quanto perde ogni giorno.

Voglio autocitarmi nuovamente "La diversità come valori e principio nella prospettiva interculturale".
Un'occhio al "diverso" per crescere dentro...abbiamo voluto la globalizzazione, dobbiamo saperla gestire, senza colpevolizzare.