Spett.le Ministro Cancellieri,
sono una giovane laureata che suo malgrado è costretta a vivere a casa di mamma, vedendola uscire di casa tutti i giorni quando, invece, dovrei essere io ad uscire, a sudare ed a "mandare avanti la baracca".
Io non esco di casa perchè un lavoro non ce l'ho.
Io non esco di casa perchè, non avendo un lavoro, non ho la possibilità di "far girare l'economia" come si sente dire nei salotti televisi. Rinuncio allo shopping, rinuncio al cinema, rinuncio alle uscite il sabato sera e rinuncio alle uscite fuori porta.
Non vado a pinagere al capezzale di mamma chiedendole i soldi per i miei piaceri ma, per le mie visite mediche, perchè quelle costano, perchè le visite e gli esami specifici "sono fatti soli in determinati centri" mi ha sottolineato il medico specialista, nel suo studio privato. Se non potesse pagarmi quelle visite io non mi potrei curare ma, se avessi un lavoro, sarei ben felice di potermi pagare ciò che devo, sarei ben felice di contribuire allo sviluppo del mio Paese.
Paese che molti ragazzi hanno lasciato. E lasciandolo hanno salutato amici, genitori, casa e tutto quello che per loro è "famiglia", per avere un futuro altrove e facendo crescere - così - quel Paese non il loro.
Noi ragazzi, noi giovani non vogliamo il posto di lavoro vicino a casa di mamma e papà.
Noi ragazzi chiediamo solamente un futuro, un lavoro, una dignità.
"Il lavoro nobilita l'uomo" diceva il saggio.
Chi Le ha detto che i giovani di oggi vogliono la comodità?
Noi chiediamo solo quello ci spetta, quello che spetta a tutti i cittadini. Un lavoro, e qualora questo non possa essere "fisso", chiediamo che le condizioni per accedere al mondo del lavoro, al mercato immobiliare, per poter vederci garantita la pensione, per poter beneficiare della mutua quando ci ammaliamo. Chiediamo la normalità.
Certo in questi anni l'abbiamo persa di vista ma, ma mai dimenticata.
L’Organizzazione mondiale della sanità sostiene che, entro il 2020, la depressione diventerà la seconda causa di invalidità nei Paesi occidentali e non mi stupisco. Quando si è senza prospettive, quando i sogni vengono cancellati sul nascere, quando si vedono mancare le garanzie e quando si legge sui giornali che "saranno i diversamente giovani a mandare avanti il Paese" sì, la depressione iniziare a fare capolino.Questa mia per ricordarLe che non tutti i giovani sono bamboccioni come sono stati dipinti in tempi non sospetti. Per farLe presente che se avessimo le possibilità saremmo anche dall'altro capo dell'Italia per poter lavorare e sentiremmo mamma e papà tramite cellulare. Per sottolinearLe che tutti noi saremo il domani dell'Italia e che se davvero l'attuale Governo in carica lo ha a cuore dovrebbe giudicare meno, riflettere e concretizzare di più.
Concludo ricordando le parole di un giovane cantante: "Da qua se vanno tutti, non te ne accorgi ma da qua se ne vanno tutti.. [...] e chi vuole rimanere ma come fa? Ha le mani legate come Andromeda!"
Cordiali saluti,
Una cittadina italiana.
Chiara Biraghi
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