"Prendere e buttare via la chiave". Sono le parole che, spesso, vengono ripetute quando si apprendono notizie che rientrano nella categoria "cronaca nera".
Omicidio, violenza sessuale ed altri reati lasciano senza parole, tolgono il fiato, soprattutto perchè attorno si costruisce spesso un "teatrino" dimenticando che la vittima non è un attore ma, non c'è solo questo aspetto.
C'è la giustizia, c'è la prevenzione, c'è il lavoro sul territorio e sulle comunità, ci sono le politiche, ci sono i pregiudizi ed, infine, il senso comune.
Perchè credere che ammazzare una persona che ha, a sua volta, ucciso sia la soluzione migliore?
Perchè la punizione (sempre che lo sia) per chi ha commesso un reato sia quella di eliminare, anzichè riflettere sulle cause e lavorare su queste ultime.
Il professore Prina parla di "nuovo senso comune penale", emarginare, nascondere sono le parole d'ordine. Se nessuno sa nulla, il problema è risolto?
Non sarebbe, invece, meglio comprendere quali sono i meccanismi che spingono le persone a compiere determinati atti, senza cadere nell'errore della "scusante".
Il furto di un anziano che ruba al supermercato perchè la sua pensione non basta per sopravvivere, non ha lo stesso peso di un omicidio ma, anche il furto è reato, e quindi capire che quell'anziano, forse, non avrebbe rubato se si vedesse riconosciuti i suoi diritti sarebbe un passo avanti per la civiltà.
Capire che un uomo uccide, forse, non lo fa per puro spirito omicida ma, perchè disperato, perchè fragile.
Capire che la società sta spingendo verso un punto di non ritorno, dove non c'è spazio per l'ascolto, per la comprensione, per la condivisione.
No, tutti contro tutti e chi non ce la fa, per un qualsiasi motivo...eliminiamolo.
Perchè non offrire un sostegno prima? Cercare di evitare che determinate situazioni si verifichino?
Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo una forza d'animo, di spirito, risorse personali e sociali per affrontare i repentini cambiamenti...e forse se ci fossero più risorse, anche solo umane, avremo meno bisogno di nascondere.
Concludo: credo che ogni reato sia grave, che ogni azioni sia grave se questa ferisce un'altra persone ma, credo anche, che, non siamo noi a dover giudicare. Chi lo deve fare deve avere però la capacità e gli strumenti per poterlo fare con "serenità" ed onestà. La giustizia dev'essere uno strumento per la prevenzione e per la deterrenza non per la sola e semplice punizione.
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