lunedì 21 novembre 2011

Lavoro di comunità o "C'è posta per te?"

Senza nulla togliere a Maria de Filippi che, come tutti gli altri lavoratori, svolge il suo lavoro in tv ma, quello che voglio fare è comprendere determinate dinamiche di un programma.

Dunque, quando ci si ammala e neanche si è in grado di leggere, la compagnia più "classica" è la tv, decido quindi di accenderla e guardare questo programma "C'è posta per te", che conoscevo per sommi capi, ora che ho avuto modo di guardarlo meglio, bè ho diverse perplessità.

La prima, com'è possibile che le persone non sino in grado di comunicare nel loro intimo, ma che riescano abbassando una busta, con un pubblico (presente e non) e soprattutto le telecamere? Dovrebbe esserci più imbarazzo, invece, sebbene le lacrime rompano le parole, tutto riesce così facile, tutti parlano e s'abbracciano.

La seconda è: se il nostro welfare è sempre stato definito "familistico" perchè, allorquando il werlfare fallisce, ecco che subentra la famiglia a sopperire alle mancanze, perchè adesso ci pensa la tv? 
La cosa che più mi ha sconvolto è stata la cantante Pausini che ha detto ad una ragazza che gli avrebbe pagato gli studi di fisioterapista. La storia famigliare è triste, simile alla mia, a ben pensare, ma ecco che mamma tv e la zia De Filippi (sotto mentite spoglie della Pausini), regala gli studi universitari.
Mi chiedo quanto sia corretto?
Mi chiedo quanto questo sia giusto?
Mi chiedo tutti gli altri ragazzi che non hanno accesso allo studio, devono chiamare Mediaset, oppure devono percorre strade e percorsi che portano a capire quanto sia importante rivendicare i propri diritti esigibili?

Insomma, se lo Stato fallisce, bene c'è il Terzo Settore, c'è la comunità che interviene a sostenere gli individui...ma quando fallisce la comunità? Ma quando le persone non sanno più che parte andare, perchè non guardarsi attorno e capire che c'è "l'altro".

Non critico le scelte personali, ma voglio andare oltre e capire perchè di fronte a questi accadimenti si resta inermi? Il lavoro sociale non esiste più? Il comprendere che lavorando in rete si può iniziare una nuova era che permette di rendere anche i cittadini più consapevoli, forse eviterebbe di vedere in televisione scene del genere.

2 commenti:

  1. Chiara, premettendo che ho il presentimento che anche le persone che vanno a C'è posta per te vengano pagate (e già qui se fosse corretto quel che dico è presto spiegato quel che chiedi nella tua prima perplessità), ti dico che secondo me la tv ha deviato parecchio i canoni di molti. Le tue interrogazioni sono frutto del tuo modo di pensare (che è anche il mio ben inteso) l'apertura al racconto di sè. La De Filippi c'ha costruito la sua carriera sulla caratterizzazione dei suoi personaggi, sa tirar fuori da loro quel che vuole. Infatti se non erro lei è anche psicoterapeuta.
    Rispetto a quello che hai raccontato della storia con la Pausini mi lascia invece basita il messaggio che passa: cioè che è normale chiedere a chi ha tanto se tu, invece, hai poco e certe cose non te le puoi permettere. Voglio dire: è come sottolineare con l'evidenziatore che c'è chi può, chi non può, e per aver qualcosa (in questo caso un diritto direi, e non un surplus mi pare) bisogna chiedere ai primi. Cioè una constatazione del divario senza via d'uscita. Aggiungerei un bel No Comment!

    Ciao cara e scusa la lunghezza...

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  2. Sì, temo anche io che ci siano una sorta di recitazione in quel programma, ma quello che mi fa male e dà molto fastidio è quello che passa.

    Basta fare un pò di "scena" in tv?
    Basta mettere da parte dignità ed orgoglio?

    Stiamo parlando di diritti, come ho scritto e tu hai sottolineato!! E poi, se fossero attori realmente, hanno ingannato davvero troppa gente, deviando di molto quella che è la normalità.

    P.s. La mia perplessità, che siano attori, che siano persone che esternano sentimenti veri, purtroppo resta. Stiamo perdendo il senso di unità.

    Ciao mia cara e non ti preoccupare per la lunghezza.

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