Il 2 dicembre 1949 veniva approvata "Convenzione delle Nazioni Unite per la soppressione del traffico di persone e dello sfruttamento della prostituzione altrui".
Sono passati 60 anni, circa, e quello che trovo giusto chiedermi e chiedere è: qualcosa è cambiato? Se è cambiato, come? Sono stati fatti dei passi avanti? Verso quale direzione?
Apriamo, però, un giornale oppure accendiamo la tv sintonizzandola su un tg e cerchiamo di capire cosa accade sia lontano, che attorno a noi.
Notizia di poche ore fa: Primo dicembre, Prato 7 operai cinesi morti, 5 uomini e 2 donne.
Possiamo porci tutte le domande del caso, ma ho sentito nelle interviste del tg che i controlli nella zona pratese sono serrati, ma che il fenomeno delle fabbriche gestite da orientali, con gli operai che vivono in condizioni disumane è in continua espansione.
Che a Prato ci sia una forte presenza cinese lo sappiamo tutti, ed è per questo che le Forze dell'Ordine fanno controlli serrati, ma che non hanno però il potere di prevenire questi accadimenti. C'è un quadro di illegalità che non possiamo più far finta di non vedere, tanto è che il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, sostiene "questa tragedia l'abbiamo sulla coscienza tutti. Occorre andare più a fondo nella denuncia della più grande concentrazione di lavoro nero in Italia. Siamo sotto la soglia dei diritti umani".
Di fronte a questa dichiarazione mi chiedo: è ancora il 2 dicembre, giornata contro la schiavitù?
Ed è solo questa la "schiavitù?"
Questi roghi, con i letti nelle fabbriche che diventano luoghi di morte, sono nuove forme di schiavitù?
E cos'altro può essere annoverato sotto la categoria schiavitù ai nostri giorni?
Ogni anno si riflette sull'argomento ed ogni anno le cose non cambiano, forse peggiorano.
Mi chiedo cosa possa essere fatto, sempre che, a questo punto qualcosa possa essere fatto.
Denunciare?
Prevenire?
Controllare?
Ogni azione compiuta in virtù della salvaguardia dei diritti umani è un'azione verso la giusta direzione!
Concludo con una canzone di Daniele Silvestri "Kunta Kinte":
«L'unico miracolo politico riuscito in questo secolo
e avere fatto in modo che gli schiavi si parlassero
si assomigliassero
perché così faceva comodo per il mercato unico e libero.
Però così succede che gli schiavi si conoscono, si riconoscono
magari poi riconoscendosi
succede che gli schiavi si organizzano
e se si contano allora vincono.»
Vuoi che ti dica che ne penso? Forme di schiavitù esistono ancora in Italia. Il divario fra ricchi e poveri è sempre più marcato e la popolazione comincia ad essere demotivata nelle proprie battaglie, così si insinua la criminalità organizzata negli spazi lasciati liberi dalla militanza per la difesa dei diritti delle persone. Servono energie per difendere i propri e gli altrui diritti, e quando la vita diventa dura per tante persone, solo in pochi continuano in prima linea. Monica
RispondiEliminaCome sempre, i tuoi post sono pieni di verità e spunti di riflessione! Complimenti!
RispondiEliminaGrazie Monica per essere passata di qua ed aver lasciato il segno.
RispondiEliminaIl divario fra ricchi e poveri esiste, eccome! Hai perfettamente ragione e come mi hanno due lunedì fa al CPPA di Biella: «Senza noi poveri, i ricchi non esisterebbero!». Anche questa è una forma di schiavitù, così come quella che coinvolge bambini, donne, uomini, anziani...tutti coloro i quali si vedono ledere i loro diritti esigibili.
Io sono la prima a combattere tutti i giorni, e quando dico tutti, dico davvero tutti e mi sdegno, mi arrabbio, mi abbasso e mi spacco se è necessario, ma mi accorgo - come dici tu - che siamo sempre meno, non perchè noi siamo più ricchi, ma perchè ci sono tante, troppe difficoltà, resistenze ed a volte, anche ignoranza!
Ancora grazie per il tuo passaggio e grazie anche ad Andrea. Con il mio blog non insegno niente a nessuno, perchè non voglio e mai vorrò farlo, ma sicuramente riflettere insieme sì!