domenica 26 gennaio 2014

Giornata della memoria - 27 gennaio 2014.


Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche entrarono ad Auschwitz, cittadina polacca, trovando il campo di concentramento che porta lo stesso nome, liberando le poche persone sopravvissute agli anni di guerra, violenze, privazioni e deportazioni.

Io, e chi mi conosce lo sa, sono molto sensibile nei confronti di questo tema, leggo molto in merito ed ogni storia, ogni fotografia, ogni testimonianza ed ogni spettacolo teatrale che ho visto mi ha lasciata esterrefatta. Sullo sfondo le stesse immagini, vissute però da persone diverse che meritavano un destino completamente differente.
La fame, il freddo, gli averi strappati, gli affetti negati e la dignità calpestata sono il filo rosso che lega le persone che hanno subito, negli anni '40 del '900, quello che io non riesco neanche ad immaginare.
"Colpevoli" di essere ebrei, zingari, omosessuali ed ancora asociali, testimoni di Geova, prigionieri politici.

Leggo storie ed ho ascoltato testimonianze, sono andata anche in "visita" ad un campo di concentramento, quello di Mauthausen, e non riesco a capacitarmi di quello che è successo e di quanto, quello che è accaduto, non abbia insegnato nulla, forse poco.

Razzismo verso una "razza" (anche se io conosco solo la razza umana, come disse A. Einstein), bè esiste ancora adesso.
Gli omosessuali...sono discriminati e vittime di violenza ancora oggi.
Gli zingari, basta leggere le bacheche di facebook o qualche forum.
Insomma, siamo nel 2014, ma non abbiamo imparato molto, forse non siamo così cruenti ed espliciti (vedesi le leggi razziali), ma, secondo me, tanti passi devono ancora essere fatti.
Questi passi, valgono anche per le guerre, quelle che sentiamo raccontare al telegiornale da inviati speciali e che sentiamo così lontane da noi. 
Io, e non esagero, quando ascolto certe notizie, magari sto mangiando e mi passa la fame, oppure mi si bagnano gli occhi e la paura che qualcosa degeneri, lo confesso, ce l'ho.

Mio papà mi aveva raccontato che, quando era piccolo, 2 - 3 anni, rimase 5 giorni sotto le macerie di un edificio bombardato, a Milano. Con sua mamma, nel 1943.
Non posso e non voglio neanche immaginare che cosa voglia dire vivere una guerra e subirne gli effetti direttamente, spero solo che le campagne a favore dell'inclusione, i messaggi contro il razzismo e la violenza, gli insegnamenti dei "grandi" della storia, possano sortire qualche effetto.

Io nel mio piccolo, come sempre, cerco di fare qualcosa, di passare messaggi e modelli di comportamento, come quando un ragazzino di recente, leggendo un passo di Primo Levi mi ha guardata negli occhi e mi ha detto: «Questo, però, non è accaduto davvero!!».
Incredula, mi sono leggermente spostata e gli ho chiesto il motivo per cui non credesse che quello che aveva letto non fosse possibile. 
«Troppa cattiveria» mi ha risposto.

Concludo così, con "troppa cattiveria", frase detta da un ragazzino, a far in modo che tutti noi possiamo ragionarci su.

27 gennaio, così come tutti i giorni dell'anno, "per non dimenticare" e soprattutto per non ripetere!

Chiara


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