giovedì 22 marzo 2012

I bambini con una "D" in più io non li ho mai visti

Bambino. Mi pare che in questa parola non vi sia la consonante "d". Eppure io ho fatto le scuole elementari, medie...e so scrivere, ma come mai nessuno mi ha mai insegnato che, a volte, si può scrivere "bambino" aggiungendo la "d"?

Mi rispondo da sola: non esistono bambini con nessuna D in più, esistono solo bambini. 
Quando ho sentito lo spot pubblicitario della "Fabbrica del sorriso" credevo di non aver sentito bene, di aver capito male...eppure confrontandomi ho appreso che, purtroppo, avevo sentito bene.

Si parla di discriminazione, si parla di inclusione e di integrazione e poi, in televisione, per sensibilizzare la cittadinanza, si punta proprio sulla discriminazione? Non è corretto, non è corretto fare leva sulla "pietà" della gente. 
Credo che nessun genitore di un bambino con disabilità guardi suo figlio e gli veda sulla testa una "d" " a mo" di aureola.  Credo che ogni genitore veda sua figlio solo e semplicemente come suo figlio ed abbia voglia di vederlo crescere sereno, senza stigma e senza discriminazioni. E credo ancora che nessun genitore voglia ricevere soldi che sono stati ricavati attraverso una pubblicità che fa leva sul sentimento della pietà e della compassione.

Non funziona così il mondo, non può funzionare così il mondo. Il mondo deve iniziare a capire che, sebbene ci siano differenze oggettive, quelle differenze sono un punto di partenza e non di arrivo. Che la diversità può solo arricchirci, darci spunti di riflessioni e dare spazio al confronto.

Nessuna D in più, niente di niente.
Siamo tutti persone, persone con la medesima dignità.

Chiara

9 commenti:

  1. Meravigliosa come sempre. Come darti torto?
    Sei grande!

    RispondiElimina
  2. io ho semplicemente cercato so google "sono bambini con una d in più" per vedere se qualcuno condivideva il mio sdegno. Sdegno doppio perchè lavorando in pubblicità trovo quella pubblicità sia pessima sia sotto il profilo umano che su quello professionale. Ad ogni modo google mi ha portato qui. Hai conquistato un lettore.

    RispondiElimina
  3. Brava Chiara!! senza parole...ormai la corsa al fund raising, la presenza di una personaggio popolare che fa da sponsor fa venir meno qualsiasi forma di dignità. Chiara siamo in tanti a non aver mai visto bambini con una D in più...:)

    RispondiElimina
  4. forse l'unica d che andrebbe maiuscola è proprio quella di Dignità... Alessia

    RispondiElimina
  5. Condivido quanto scritto sopra ma continuo a non capire
    Ma perché questa D in piú? Che significa ? Devo dire che ha un effetto sconcertante e proprio di cattivo gusto questa frase, in famiglia non capivamo se dicevano B o D.
    I bambini hanno molto piú che una stupida D

    RispondiElimina
  6. Sono felice che questo post abbia riscosso ben 5 commenti, un bel successo per me, grazie a tutti.
    Voglio però far notare una cosa...che c'è chi sostiene che quella "D" sia solo un gioco di parole... io non riesco a vederla sotto quel punto di vista.

    RispondiElimina
  7. bha... se è un gioco di parole, mi sfugge davvero quale esso possa essere..sarò poco adatta alla lettura delle pubblicità progresso :)

    RispondiElimina
  8. Anche a me sfugge bene il senso del gioco di parole e soprattutto se lo fosse, per me, resta un gioco di cattivo gusto.

    Non sarò una che si intende di marketing e di pubblicità ma so che valore e che peso hanno le parole.

    RispondiElimina
  9. il problema non è la pubblicità in se e tantomeno il messaggio, il problema è con quale pensieri ci si approccia ad essa, è ovvio che se la si guarda in modo prevenuto si avranno solo sensazioni negative da una pubblicità simile, di D ce ne sono tante e questa pubblicità è un po come lo specchio della nostra anima la D a cui pensiamo è anche come la pensiamo a riguardo... non c'è da stupirsi se poi si hanno dei dubbi.

    RispondiElimina