In un paese considerato normale e
moderno, una volta letta la sentenza in Cassazione si assorbe il colpo, si può
anche reagire come è giusto che sia per la ratio umana, ne consegue però una
esecuzione della pena. D’altronde, la “Legge è uguale per tutti”, no? Ma noi
non viviamo in un paese normale, noi viviamo in un paese paranoico nel quale il
sistema giudiziario è costantemente strumentalizzato e messo sotto accusa dalla
classe politica. Le nostre radici ci insegnano che viviamo in un paese
profondamente martoriato in passato dal regime totalitario. I Padri Costituenti
avevano ben chiaro che, per evitare di ripiombare in periodi bui e di terrore,
era doveroso separare nettamente i tre poteri dello Stato. Cosa resta quindi di
tutte quelle bellissime frasi scritte sulla nostra Carta Suprema? Il silenzio.
In questi giorni si è raggiunto, credo e
spero, il picco più elevato dell’assurdo e dell’insensato per il genere umano. Viviamo
in un paese nel quale, parte della classe politica, si mobilita come non mai per
difendere il proprio leader condannato. Accanto a questo, viviamo in un paese
nel quale centinaia di persone arrivano a fine mese con molta fatica, e non
potendo più sopportare sulle proprie coscienze il peso del fallimento causato
dalla crisi globale, si tolgono la vita, annientando per sempre la felicità di
intere famiglie. Viviamo in un paese nel quale disabili e anziani non sono
tutelati, e i loro diritti, considerati essenziali, vengono messi all’asta in
base alle decisioni della classe dirigente. Ma vi pare possibile che nel 2013,
un politico, possa decidere se finanziare oppure tagliare oppure azzerare un
fondo da destinarsi alla coesione sociale? Strumento teso a tutelare dei
diritti primari e sacrosanti, garantiti dalla nostra Legge Madre? Il silenzio.
Vi pare possibile che in un paese come
il nostro, mentre ci sono persone che scendono in piazza ad inveire contro una
giustizia considerata ingiusta, ci siano altre migliaia di persone che si
vedono la loro dignità calpestata, senza uno straccio di lavoro, senza garanzie?
Il silenzio.
Vi pare possibile che, mentre i media e
i politici discutono su arresti domiciliari o affidamento in prova ai servizi
sociali, ci sia una donna che muoia di parto perché l’elisoccorso è guasto? Il
silenzio.
Perché la classe politica non mobilita
le proprie risorse intellettive, purché ci siano realmente, per risolvere i
veri problemi di una Italia che da decenni sta affondando? Perché? Il silenzio.
Mi vergogno nel vedere quelli che si
dovrebbero chiamare “onorevoli”, disonorare senza ritegno il rispetto ed il
valore di ogni singolo cittadino.
Mi sto profondamente vergognando di
essere considerato un Cittadino italiano.
Gabriel Lena
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