E' vero, lo ammetto!
Non ho mai rubato bambini ma, quando un ragazzino in comunità rientra a casa propria perché i suoi genitori sono riusciti, insieme ai professionisti, a fare un percorso di consapevolezza e crescita, credo che sì anche io, ho "restituito" bambini.
Non sono salita su cornicioni o altri luoghi pericolosi, ma ho stretto mani ossute e consumate che chiedevano aiuto. Ho incrociato occhi che si vergognavano e in quell'incontro, con un filo sottile, ma di evidente emozione, sono scesa da quella sporgenza pericolosa insieme a donne e uomini che: "non è vita questa, non è vita!"
Non ho molti amici amici avvocati ai quali chiedere favori, ma sono consapevole che costruendo relazioni positive, qualora avessi bisogno di un confronto, un sostegno o una spiegazione, ho professionisti che hanno il piacere di aiutarmi a dipanare la matassa.
Non sono entrata a casa di qualcuno fingendomi altro. Ho sempre spiegato chi sono, cosa faccio e il motivo della mia richiesta di ingresso in un luogo così intimo...e, certo, non tutti hanno detto di "sì".
Da un anno a questa parte - però - tante, tantissime persone sono entrate a casa mia, senza un formale permesso ma, con un click e non sempre sono stata così consapevole di questo.
Una cosa, invece, mi richiama molto la realtà: gli aperitivi a fine giornata.
"Esco alle 17 ci troviamo sotto i portici?"
"Che giornata infernale...Spritz al bar?"
Siamo umane, entrambe!
Siamo Assistenti Sociali, lei "per finta", mentre io per davvero.
Non sono (Gelso)Mina, sono Chiara.
Entrambe non ci sottraiamo alle richieste di aiuto, in modi diversi, vicine alle nostre realtà.
Per approfondire:
Troppo freddo per settembre - intervista
Un giorno di Settembre a Natale