giovedì 19 agosto 2021

"Anche una piccola esperienza di altruismo procura immediatamente un po' di pace mentale" — Dalai Lama

Chi mi conosce, anche solo quel poco,  sa che una delle mie più grandi paure è quella della "morte".
Non entro nel merito del motivo (non ora), sicuramente è una cosa su cui dovrò lavorare ancora per un del po' di tempo.

Con il lavoro che faccio, più volte, mi sono scontrata con la morte, più o meno indirettamente. 
Un incontro / scontro.
Da qualche tempo, però, capitava sempre più di rado.

"Pronto"
"Sono la signora XX come posso fare, ho bisogno di una badante, mio marito è ricoverato, non mi bastano i soldi"

- Agitazione - paura - smarrimento - 

"Signora, una cosa per volta..."

E' iniziato, da lì, un "legame telefonico" che ha unito due sconosciute,  che ha portato all'una e all'altra un luccichio, un conforto astratto, fatto di voce, sospiri e qualche silenzio.

"Signora XX la prossima settimana, forse, non mi troverà, lascio scritto quanto ci siamo dette e a che punto siamo arrivate, troverà i miei colleghi"
"Perchè non la trovo, Chiara?"
"Operano la mia mamma, ma non si preoccupi, è tutto sul quaderno e i colleghi sapranno proseguire, al mio rientro mi aggiorneranno e andremo avanti"
"Va bene, Chiara farò così. Un in bocca al lupo alla mamma!"
"Viva il lupo e mi raccomando, si ricordi: un passo alla volta e ci aggiorni!"

- Stanchezza - tristezza - abbandono e solitudine -

"Pronto"
"Signora sono Chiara, la chiamo per farle le mie condoglianze"
"Chiara, oh grazie. Grazie, Chiara. Sto male, sto proprio male. E' andato. Avvisi però tutti che io non voglio prendere i soldi che non mi spettano, avvisi tutti!"
"Non si preoccupi, ho avvisato chi dovevo, ma ora lei si prenda il tempo che serve e qualsiasi cosa, ci chiami!"
"Chiara, ma quindi se passano quindici giorni l'INPS non mi fa nulla, sentirò il CAF con calma, adesso non ce la faccio!"
"Con calma, esatto. Si prenda il tempo che serve e si ricordi che al CAF possiamo andare insieme"
"Senta Chiara, ma la sua mamma come sta?"

Ecco il luccichio, ecco quel conforto astratto.
Ho sentito un respiro profondo e la voce meno rotta dal dolore profondo.

"Mamma sta bene, grazie di questo gentile pensiero!"
"Chiara, cosa vuol fare?"
"Signora XX, qualsiasi cosa siamo qui, ci chiami. Si prenda il tempo che le serve. Respiri e suo marito sarà nel cuore"
"Chiara grazie"
"Signora XX, grazie a lei"

Ora: la signora XX non ha neanche idea che faccia io abbia, perché ha sfruttato solo il canale dello sportello telefonico, ha trovato, però, in questa estranea, un luogo dove lasciar andare paura e fatiche, preoccupazioni e pensieri pesanti.
Ha trovato continuità, ha trovato una certezza, la sicurezza di risposta e di ascolto.

Per me è questo il significato di accoglienza, questo per me significa esserci nonostante la distanza. Il Covid-19 mi ha fatto fare tanto esercizio per comprendere cosa vuol dire essere un Servizio "aperto, ma chiuso"; essere una presenza "solo" verbale.

....

In ospedale, mentre attendevo di capire cosa sarebbe accaduto a mia mamma, un signore mi ha guardato da sotto gli occhiali e mi ha detto: "qui hanno tutti paura di morire, ma è la nostra cultura sà! Si vive per andare incontro alla morte, è l'unica certezza, bisogna andare incontro alla morte serenamente".
Incontro fortuito, ma che non mi ha lasciata indifferente.

- Serenamente - spero sia così.

Chiara




domenica 31 gennaio 2021

"Una cima raggiunta è il bordo di confine tra il finito e l’immenso" E.D.L.

 E' vero, lo ammetto!

Io su un cornicione non sono mai salita. Perché? Perché ho paura. 
Chi di noi non l'avrebbe?

Ha fatto scalpore quella scena di "Mina Settembre", fiction tratta dai racconti di Maurizio De Giovanni

Quello che voglio fare è, però, andare oltre la risatina e l'ironia che aleggia da qualche settimana a questa parte intorno sia alla fiction sia ad alcune "rappresentazioni".

E' vero, io non salgo sui cornicioni, ma un giorno una collega OSS, vedendomi scappare a gambe levate davanti a un'innocente ape mi disse: "Ogni giorno affronti sfide e situazioni che fanno molta più paura e corri via da un'ape?"

Già! 

Io sono quella che corre via, salta sui tavoli e si barrica in una stanza se c'è un insetto, ma sono anche quella che, ferma sulle proprie gambe, con mente e cuore aperti, affronta quello che accade ogni giorno nel mio lavoro.

Forse, è vero anche questo, mi trovate anche dietro a una scrivania a scrivere un progetto o una relazione, ma faccio (facciamo) anche altro. Tanto altro.

Non ho mai preso in prestito un'ambulanza, ma sono salita sull'auto dei Carabinieri per aiutare un'anziana del paese in forte difficoltà;

Non ho mai rubato bambini ma, quando un  ragazzino in comunità rientra a casa propria perché i suoi genitori sono riusciti, insieme ai professionisti, a fare un percorso di consapevolezza e crescita, credo che sì anche io, ho "restituito" bambini.

Non sono salita su cornicioni o altri luoghi pericolosi, ma ho stretto mani ossute e consumate che chiedevano aiuto. Ho incrociato occhi che si vergognavano e in quell'incontro, con un filo sottile, ma di evidente emozione, sono scesa da quella sporgenza pericolosa insieme a donne e uomini che: "non è vita questa, non è vita!"

Non ho molti amici amici avvocati ai quali chiedere favori, ma sono consapevole che costruendo relazioni positive, qualora avessi bisogno di un confronto, un sostegno o una spiegazione, ho professionisti che hanno il piacere di aiutarmi a dipanare la matassa.

Non sono entrata a casa di qualcuno fingendomi altro. Ho sempre spiegato chi sono, cosa faccio e il motivo della mia richiesta di ingresso in un luogo così intimo...e, certo, non tutti hanno detto di "sì".
Da un anno a questa parte - però - tante, tantissime persone sono entrate a casa mia, senza un formale permesso ma, con un click e non sempre sono stata così consapevole di questo.

Una cosa, invece, mi richiama molto la realtà: gli aperitivi a fine giornata. 
"Esco alle 17 ci troviamo sotto i portici?" 
"Che giornata infernale...Spritz al bar?"

Siamo umane, entrambe! 
Siamo Assistenti Sociali, lei "per finta", mentre io per davvero. 

Non sono (Gelso)Mina, sono Chiara.
Entrambe non ci sottraiamo alle richieste di aiuto, in modi diversi, vicine alle nostre realtà.

Per approfondire:

Troppo freddo per settembre - intervista 

Intervista De Giovanni CNOAS

Un giorno di Settembre a Natale