E' da quando il Presidente del Consiglio, Conte, il 28 marzo scorso ha annunciato i "buoni spesa" che sono entrata in un tunnel cupo e insidioso, non facile né da reggere né da gestire.
I "buoni spesa" non devono essere intesi solo come un mero voucher che "mi prendo per far la spesa", dietro c'è altro, tanto altro. Mi riferisco al lavoro, alla riflessione e al pensiero. Non solo sull' "oggi", però.
In questi giorni i telefoni sono "roventi", chi chiede aiuto per compilare le domande, chi chiede se potrà essere beneficiario, chi inizia a raccontare una serie di lunghe disgrazie che, poi, col buono non avevano nulla a che fare.
I Servizi Sociali giocano, insieme ai Comuni, un ruolo centrale, ma come tutti i ruoli, va preso con la dovuta serietà; la partita che stiamo affrontando non è il derby di paese di Serie C, ma la finale di Champions League.
Abbiamo il dovere di facilitare l'accesso alle domande, di spiegare cosa sono questi buoni e il motivo per cui sono stati pensati e le relative modalità di erogazione, di fare da filtro. Ebbene sì, non tutti hanno diritto ai "buoni spesa", non per cattiveria, ma perché vi sono dei requisiti, come è giusto che sia, perché non tutti siamo stati colpiti in egual maniera dal "Covid-19". C'è chi è più "fortunato" e ha ancora un lavoro che può portare avanti con tutte le misure di sicurezza del caso e che, con quel lavoro, può pagare le spese.
C'è chi, invece, ha visto chiudersi le porte in faccia, chi è stato "lasciato a casa", chi è in seria difficoltà e le conseguenze dell'emergenza iniziano a farsi sentire.
In questi giorni sto accompagnando diverse persone nel fare la richiesta e, come sento dire spesso, "senta io ci provo", ma perché provarci? Ragioniamo insieme se si è o meno destinatari. E' corretto comprendere fino a che punto spingersi, perché poi, onestamente parlando un rifiuto non fa mai piacere, è bene comprendere prima, che rimanerci male dopo e magari prendersela con le persone sbagliate.
Anche i "decisori" devono mettersi in quest'ottica, soprattutto perché "l'oggi" terminerà e come ha spiegato, di recente, un docente di "storia della medicina", Grignolio, il cervello dell'Homo Sapiens è dipendente dalla contingenza e quindi: quando c'è il rischio percepito il cervello ricorre, mentre quando il rischio non c'è più, ci dimentichiamo.
Ed ecco che: no, non ci dobbiamo dimenticare! Il domani, ad oggi sconosciuto, risentirà fortemente di quello che stiamo vivendo e non possiamo pensare di affrontarlo quando arriverà. Le conseguenze socio economiche di questo virus sono già immaginabili e tangibili adesso, e quindi è fondamentale ricordarsi che i "buoni spesa" sono un tassello, ma che le manovre che andranno pensate, che i servizi che dovranno essere erogati non dovranno essere "solo" economici; che le politiche non dovranno essere di tagli, ma generative.
Ed ecco che: no, non ci dobbiamo dimenticare! Il domani, ad oggi sconosciuto, risentirà fortemente di quello che stiamo vivendo e non possiamo pensare di affrontarlo quando arriverà. Le conseguenze socio economiche di questo virus sono già immaginabili e tangibili adesso, e quindi è fondamentale ricordarsi che i "buoni spesa" sono un tassello, ma che le manovre che andranno pensate, che i servizi che dovranno essere erogati non dovranno essere "solo" economici; che le politiche non dovranno essere di tagli, ma generative.
Sono crollate le certezze, sono crollate le illusioni, sono crollate le (false) sicurezze.
Quando qualcosa crolla va ricostruito, dal basso e possibilmente più solido di prima e in grado di ammortizzare gli scossoni futuri.
Non dobbiamo perdere questa finale di Champions, ma dobbiamo ricordarci anche che ci sarà, metaforicamente parlando, tutto il prossimo campionato da giocare.
Chiara
Chiara
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"Bambina filosofica - Vanna Vinci, 2007" |
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