lunedì 6 maggio 2019

"Dovunque tu vada sarai sempre in salita e controvento" A.B.


E' lunedì! Ora, onestamente parlando (...scrivendo), il lunedì è una giornata che parte in salita. 
La mia è stata, per intenderci, la salita al Colle S. Carlo, in anticipo sulla quattordicesima tappa del prossimo Giro d'Italia.


...

I telefoni squillano, sms sui cellulari di servizio. Sguardi che si incrociano.
La notizia è triste, davvero triste. Io avevo appena riassorbito un colpo di qualche mese fa e niente, anche questo è parte del mio e del nostro lavoro.


Calma. Sangue freddo. 
Poco tempo per ragionare, ri-organizzare la giornata e tirare un fiato.


Viviamo di emozioni e nasconderle non avrebbe senso, saperle riconoscere, gestire e comunicare, invece, lo ha!
Siamo umani ed essere vicini al dolore altrui, a mio avviso, rende il nostro lavoro più "sociale" e meno distante da quella che è la realtà che tutti i giorni viviamo.


Tubi, macchinari che emettono suoni strani, il classico odore di ospedale.
Il gelo, la profonda tristezza e la sensazione di essere in un cubo dal quale uscire è quasi impossibile.

Non riesco ad avvicinarmi più di quanto abbia fatto, non voglio neanche, ho solo bisogno di sapere che quella signora che più volte mi ha stretto la mano e dato baci per augurarmi "buone feste...tu che puoi" abbia quello che deve avere.  La sua dignità.



Esco da quel cubo e mi gira la testa, ma il lavoro deve andare avanti e ogni scusa è buona per mostrare fermezza, anche una telefonata, per quanto impegnativa, tiene su la schiena e fa muovere le gambe.

Entro in quel reparto e vedo quel "ragazzo" immobile e attonito fuori dalla camera della donna più importante della sua vita, non mi avvicino, io stessa non vorrei nessuno intorno, ma quell'espressione per qualche giorno mi accompagnerà. La testa china di lato e le braccia ossute lungo i fianchi; arreso.


Sono fortunata ad avere un Codice Deontologico alle spalle che mi guida, che mi accompagna nei diversi passi che devo compiere, sebbene la situazione oggi era così complessa che la cosa che avrei voluto fare era urlare e spegnere il mondo, come se stessi vedendo un brutto film alla tv. 

...


Prendo in prestito le parole dei Negrita perché, ancora una volta, la musica mi aiuta a descrivere queste intense giornate e non solo le mie!


"Quando inizi a capire
Che sei solo e in mutande
Quando inizi a capire
Che tutto è più grande
C'è chi era incapace a sognare
E chi sognava già!" 




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