Augurio migliore non potevo trovare!
Benarrivati sul mio blog. Questo spazio è dedicato alla mia versione del lavoro e del servizio sociale.
Credo che pensare socialmente sia un buon modo per accorgersi del mondo che ci circonda.
giovedì 24 dicembre 2015
martedì 1 dicembre 2015
"Ci sono quelle sere che sono più dure"
Ed eccomi qui, come sempre la sera, davanti allo schermo del mio pc a cercare un pò di conforto in quello che è il mio blog.
Cerco "conforto" perchè qui posso lasciare una mia riflessione, una traccia ed una parte di me, quella che devo tenere stretta.
Il mio lavoro è bello, bello davvero, ma a volte ti trascina via anche l'anima.
Al mattino il sorriso è così radioso che servono gli occhiali da sole per non rimanere accecati, ma ci sono sere in cui ti senti solo più un fiore appassito.
Non mi vergogno a scriverlo e sarebbe inutile negarlo.
Questa è una sera di quelle.
Non voglio e non posso scendere nei particolari, ma dar voce ai miei pensieri ed alla fatica che ha deciso di bussare alla mia porta credo sia doveroso.
Fatica nel pensare e progettare;
Fatica nell'accettare che determinate situazioni sono quelle che hai davanti agli occhi e nessuno, neanche Harry Potter con la sua bacchetta magica, le può cambiare;
Fatica nel credere che ci sia così tanto dolore e così tanto menefreghismo:
Fatica nell'arrendermi che nessuno ha i super poteri, ma solo un cervello, un paio di mani ed un cuore e quelli devono bastare;
Fatica nel guardarsi allo specchio e sperare che il sorriso amaro di quella signora possa aver trovato un istante di sollievo;
Fatica nel rendersi conto che le parole di quel "Dottore" stanno spiegando, davanti ai tuoi occhi, una verità amara da deglutire.
Essere un professionista, per me, significa anche fare i conti con questi stati d'animo e saperli prima affrontare, poi gestire.
Accoglierli con pacatezza.
Osservarli con attenzione.
Farci quattro chiacchiere brutali.
Tenerli accanto come fedeli compagni.
...ci sono quelle sere che sono più dure...
Cerco "conforto" perchè qui posso lasciare una mia riflessione, una traccia ed una parte di me, quella che devo tenere stretta.
Il mio lavoro è bello, bello davvero, ma a volte ti trascina via anche l'anima.
Al mattino il sorriso è così radioso che servono gli occhiali da sole per non rimanere accecati, ma ci sono sere in cui ti senti solo più un fiore appassito.
Non mi vergogno a scriverlo e sarebbe inutile negarlo.
Questa è una sera di quelle.
Non voglio e non posso scendere nei particolari, ma dar voce ai miei pensieri ed alla fatica che ha deciso di bussare alla mia porta credo sia doveroso.
Fatica nel pensare e progettare;
Fatica nell'accettare che determinate situazioni sono quelle che hai davanti agli occhi e nessuno, neanche Harry Potter con la sua bacchetta magica, le può cambiare;
Fatica nel credere che ci sia così tanto dolore e così tanto menefreghismo:
Fatica nell'arrendermi che nessuno ha i super poteri, ma solo un cervello, un paio di mani ed un cuore e quelli devono bastare;
Fatica nel guardarsi allo specchio e sperare che il sorriso amaro di quella signora possa aver trovato un istante di sollievo;
Fatica nel rendersi conto che le parole di quel "Dottore" stanno spiegando, davanti ai tuoi occhi, una verità amara da deglutire.
Essere un professionista, per me, significa anche fare i conti con questi stati d'animo e saperli prima affrontare, poi gestire.
Accoglierli con pacatezza.
Osservarli con attenzione.
Farci quattro chiacchiere brutali.
Tenerli accanto come fedeli compagni.
...ci sono quelle sere che sono più dure...
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