Questa settimana di Aprile credo sia una settimana importante, anticipata da una festività ancora più importante per chi crede.
Iniziamo con il 22 aprile: giornata mondiale della Terra.
Terra che spesso viene dimenticata, crediamo sia solo "nostra" e che conseguenze, il nostro comportamento, non le abbia. Tagliamo, costruiamo, abbattiamo, sprechiamo.
Questa giornata è una delle tante occasioni per educare noi stessi al rispetto del nostro eco-sistema.
Proseguiamo con il 23 aprile: giornata mondiale del libro.
La voglio celebrare così: "Ieri alla FNAC di Torino, un papà ad un bambina che aspettava di vedere il suo cd autografato ha detto: «Vai in cerca di un libro, trovane uno che ti piacerebbe leggere, ti farebbe bene. E' importante leggere!». Parole sagge.
Ed arriviamo al 25 aprile: festa della Liberazione.
Per l'Italia una giornata, sicuramente, importante. L'Italia liberata dall'occupazione nazista, nello specifico Milano e Torino, a seguire altre città italiane.
Giornata, anche, che mette fine ai 20 anni di dittatura.
Queste tre giornate, per me, hanno un valore importante:
- Rispetto
- Cultura
- Libertà
Rispetto per la Terra che ci ospita, che ogni tanto, forse un pò troppo spesso si ribella ai nostri soprusi e sfruttamenti.
Tanti si meravigliano di fronte a montagne, una distesa oceanica, ad un prato verde con animali che liberi corrono o pascolano, ma quando è ora di mostrare rispetto per l'ambiente, per cercare di offrire "un futuro" ai nostri "figli"? Non tutti sono pronti a mettersi in gioco.
Di fronte alla ribellione della Terra, lo abbiamo appurato, siamo impotenti.
Cerchiamo di prestare più attenzione al nostro pianeta. Per noi e per un domani.
Cultura. Formazione personale. Lettura. Informazione.
"L'ignoranza fa comodo al potere" canta una canzone. Questa mattina, tornando a casa, su un manifesto ho letto "la tv uccide", proviamo a pensarci e quando abbiamo voglia di accendere la tv, proviamo ad aprire un libro, leggiamolo e vediamo quanto ci ha donato, rispetto a quella scatola ipnotica.
Ed infine la libertà.
Un valore imprescindibile, un diritto fondamentale sul quale tanto s'è scritto e tanto s'è detto.
Proviamo a riflettere cosa significa per noi "libertà" e cosa saremo disposti a fare.
E lottiamo per questo. Estendiamo, poi il discorso, a chi ci circonda e, qualcosa, potrebbe migliorare.
Chiara
Benarrivati sul mio blog. Questo spazio è dedicato alla mia versione del lavoro e del servizio sociale.
Credo che pensare socialmente sia un buon modo per accorgersi del mondo che ci circonda.
giovedì 24 aprile 2014
giovedì 17 aprile 2014
"Emergenza" migranti...necessità di diritti
Voglio introdurre questo articolo con un passo di uno scritto di E. Kant "Per la pace perpetua", che ho anche inserito in un capitolo della mia tesi di Laurea:
Nuovamente "Le Iene", non voglio soffermarmi su di loro, ma su quello che hanno mostrato, forse, per alcuni troppo lontano!
Cliccando qui è possibile vedere il video del servizio trasmesso.
Parola chiave: Emergenza. A me, la parola emergenza richiama alla mente una situazione temporanea con carattere di eccezionalità, non una situazione che si ripete per molto tempo, perchè a questo punto, penso solo pensare che la parola "emergenza" sia utilizzata per fare scalpore e nulla di più.
In gioco ci sono persone, i diritti delle persone, di tutti.
Migranti ed abitanti del luogo dello sbarco, vogliamo ampliare lo sguardo? I diritti dei migranti, degli italiani, degli europei, dei cittadini di una mondo globalizzato e che si vanta di essere tale, senza aver tenuto conto delle conseguenze.
Altro dato che emerge dal servizio: comune di Augusta in dissesto finanziario, "non ci sono le risorse economiche": quindi se un comune è in dissesto finanziario come può offrire servizi adeguati sia ai propri cittadini che ai migranti sbarcati sulle sue coste?
Questo dato mi permette, però, di fare una riflessione più ampia: perchè i migranti vengono strumentalizzati durante le campagne elettorali, chi pro e chi contro, per poi dimenticarsi della loro esistenza quando il periodo di riflettori puntati si spegne.
Credo, dunque, che sia il caso di affrontare l'argomento con un pò più di acume e di attenzione verso le persone, ricordarsi i trattati firmati e che per anni abbiamo disatteso e non urlare "l'UE non fa niente", quando di risorse ne ha mandate, ma aspettava di vedere i risultati e questi sono stati - ogni volta - disattesi.
Vero che l'argomento mi tocca da vicino, ma dovrebbe toccare da vicino tutti.
Un paese che rispetta e tutela i diritti delle persone, tutela i diritti di ciascuno, migrante o autoctono, senza far grosse distinzioni.
Abbiamo fior fiore di esperti che ogni giorno, via web, grazie a saggi e testi, oppure come ospiti in trasmissioni televisive, spiegano come dovrebbero andare le cose, come dovrebbe funzionare il Paese e come andrebbero rispettate le leggi ed i tratti firmati, ma pare che tutto questo sia superfluo.
Vediamo solo il "diverso" nelle nostre strade e ci dà fastidio, ma non andiamo oltre, non ci chiediamo nè un "perchè" e nè cosa sia successo. Non ci chiediamo cosa hanno visto quegli occhi e quei piedi.Non ricordiamo il passato, quando in tempi non sospetti eravamo noi "i diversi", quelli che "rubavano il lavoro"...dalla storia non abbiamo - ancora - imparato nulla.
Mi domando, quindi, è possibile imparare dal presente?
Riflettere di più, pensare di più e pensare in un'ottica allargata, dove le persone vengono considerate come tali e non come ulteriori problemi a quelli già esistenti.
Chiara
"Il diritto cosmopolitico deve essere limitato
alle condizioni di un’universale ospitalità.
Qui non si tratta di filantropia, ma di diritto,
e quindi ospitalità significa il diritto di uno straniero
che arriva sul territorio di uno Stato di non essere trattato ostilmente.
Si tratta di un diritto di visita, spettante a tutti gli uomini,
di entrare a fare parte della società in virtù del diritto comune
al possesso della superficie della Terra, sulla quale, essendo sferica,
gli uomini non possono disperdersi isolandosi all’infinito,
ma devono da ultimo rassegnarsi ad incontrarsi ed a coesistere.
Nessuno in origine ha maggior diritto di un altro
ad una porzione determinata della Terra”.
Nuovamente "Le Iene", non voglio soffermarmi su di loro, ma su quello che hanno mostrato, forse, per alcuni troppo lontano!
Cliccando qui è possibile vedere il video del servizio trasmesso.
Parola chiave: Emergenza. A me, la parola emergenza richiama alla mente una situazione temporanea con carattere di eccezionalità, non una situazione che si ripete per molto tempo, perchè a questo punto, penso solo pensare che la parola "emergenza" sia utilizzata per fare scalpore e nulla di più.
In gioco ci sono persone, i diritti delle persone, di tutti.
Migranti ed abitanti del luogo dello sbarco, vogliamo ampliare lo sguardo? I diritti dei migranti, degli italiani, degli europei, dei cittadini di una mondo globalizzato e che si vanta di essere tale, senza aver tenuto conto delle conseguenze.
Altro dato che emerge dal servizio: comune di Augusta in dissesto finanziario, "non ci sono le risorse economiche": quindi se un comune è in dissesto finanziario come può offrire servizi adeguati sia ai propri cittadini che ai migranti sbarcati sulle sue coste?
Questo dato mi permette, però, di fare una riflessione più ampia: perchè i migranti vengono strumentalizzati durante le campagne elettorali, chi pro e chi contro, per poi dimenticarsi della loro esistenza quando il periodo di riflettori puntati si spegne.
Credo, dunque, che sia il caso di affrontare l'argomento con un pò più di acume e di attenzione verso le persone, ricordarsi i trattati firmati e che per anni abbiamo disatteso e non urlare "l'UE non fa niente", quando di risorse ne ha mandate, ma aspettava di vedere i risultati e questi sono stati - ogni volta - disattesi.
Vero che l'argomento mi tocca da vicino, ma dovrebbe toccare da vicino tutti.
Un paese che rispetta e tutela i diritti delle persone, tutela i diritti di ciascuno, migrante o autoctono, senza far grosse distinzioni.
Abbiamo fior fiore di esperti che ogni giorno, via web, grazie a saggi e testi, oppure come ospiti in trasmissioni televisive, spiegano come dovrebbero andare le cose, come dovrebbe funzionare il Paese e come andrebbero rispettate le leggi ed i tratti firmati, ma pare che tutto questo sia superfluo.
Vediamo solo il "diverso" nelle nostre strade e ci dà fastidio, ma non andiamo oltre, non ci chiediamo nè un "perchè" e nè cosa sia successo. Non ci chiediamo cosa hanno visto quegli occhi e quei piedi.Non ricordiamo il passato, quando in tempi non sospetti eravamo noi "i diversi", quelli che "rubavano il lavoro"...dalla storia non abbiamo - ancora - imparato nulla.
Mi domando, quindi, è possibile imparare dal presente?
Riflettere di più, pensare di più e pensare in un'ottica allargata, dove le persone vengono considerate come tali e non come ulteriori problemi a quelli già esistenti.
Chiara
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domenica 13 aprile 2014
Un mese da Consigliere del CROAS Piemonte
Il 14 marzo 2014, è inutile che io lo nasconda, è stato un giorno importante per me.
Sia professionalmente che umanamente.
Professionalmente perchè si è insediato il nuovo CROAS Piemonte dopo mesi di Commissariamento e perchè io, facendo parte di questo nuovo Consiglio, posso offrire il mio contributo a tutta la comunità professionale.
Umanamente perchè è un'esprienza nuova che posso aggiungere al mio bagaglio, perchè vivo situazioni nuove che mi permettono di crescere e maturare ed infine, perchè, come desideravo, in questo Consiglio c'è la possibilità di uno scambio fra "nuovi" assistenti sociali e fra chi, invece, ha già maturato un buon percorso professionale.
Siamo 15.
15 persone diverse, con cammini alle spalle differenti, 15 teste da far viaggiare all'unisono, ma che hanno un obiettivo condiviso, lo sviluppo ed il consolidamento della comunità professionale tutta.
Abbiamo un ventaglio di età variegato questo permette incontro e confronto, imparare reciprocamente e da lì, siamo partiti, per poterci conoscere meglio.
Nonostante sia passato "solo" un mese il lavoro fatto fino ad ora è tanto, 3 Consigli, Commissioni già formate ed all'opera con tante idee da sviluppare ed incanalare.
Siamo un gruppo, siamo persone e siamo davvero motivate.
Siamo Barbara, il Presidente Croas Piemonte, che con testa e cuore si è immersa in questa nuova avventura.
Siamo Andrea, il Segretario, che continua a fare il Segretario con impegno. Siamo Cristiana e Daniela (che qualche anno fa sono state mie docenti) rispettivamente Tesoriere e Vice Presidente che con l'esperienza e la maturità conquistata nel tempo indirizzano molto bene il lavoro.
Siamo Chiara, Luca e Cristiana "le giovani marmotte" del Consiglio che hanno tanto da imparare, ma anche tanto da dare (battendo i record di resistenza la notte per fare video e scrivere contributi interessanti).
Siamo Sara e Paola assistenti sociali in gamba e con un sorriso sempre pronto.
Siamo Irene, Anna Maria ed Anna Maria bis, Maria Elena, Clara e Bruna professioniste che hanno anni di esperienza, voglia di fare e di costruire qualcosa di utile per la nostra professione.
Non devo e non posso dimenticare Antonietta e Piera, le due segretarie del nostro Ordine, lavorano e sono sempre pronta a spiegare quello che non conosco, ad ascoltare quello che ho da chiedere, gentili e competenti.
Siamo noi, siamo semplicemente noi.
Noi siamo i 15 Consiglieri, ma l'Ordine siamo tutti noi, non ci stancheremo mai nè di dirlo nè di pensarlo.
Concludo con un "grazie". Un grazie di cuore, perchè è stato un mese decisivo ed importante per me.
Chiara
Sia professionalmente che umanamente.
Professionalmente perchè si è insediato il nuovo CROAS Piemonte dopo mesi di Commissariamento e perchè io, facendo parte di questo nuovo Consiglio, posso offrire il mio contributo a tutta la comunità professionale.
Umanamente perchè è un'esprienza nuova che posso aggiungere al mio bagaglio, perchè vivo situazioni nuove che mi permettono di crescere e maturare ed infine, perchè, come desideravo, in questo Consiglio c'è la possibilità di uno scambio fra "nuovi" assistenti sociali e fra chi, invece, ha già maturato un buon percorso professionale.
Siamo 15.
15 persone diverse, con cammini alle spalle differenti, 15 teste da far viaggiare all'unisono, ma che hanno un obiettivo condiviso, lo sviluppo ed il consolidamento della comunità professionale tutta.
Abbiamo un ventaglio di età variegato questo permette incontro e confronto, imparare reciprocamente e da lì, siamo partiti, per poterci conoscere meglio.
Nonostante sia passato "solo" un mese il lavoro fatto fino ad ora è tanto, 3 Consigli, Commissioni già formate ed all'opera con tante idee da sviluppare ed incanalare.
Siamo un gruppo, siamo persone e siamo davvero motivate.
Siamo Barbara, il Presidente Croas Piemonte, che con testa e cuore si è immersa in questa nuova avventura.
Siamo Andrea, il Segretario, che continua a fare il Segretario con impegno. Siamo Cristiana e Daniela (che qualche anno fa sono state mie docenti) rispettivamente Tesoriere e Vice Presidente che con l'esperienza e la maturità conquistata nel tempo indirizzano molto bene il lavoro.
Siamo Chiara, Luca e Cristiana "le giovani marmotte" del Consiglio che hanno tanto da imparare, ma anche tanto da dare (battendo i record di resistenza la notte per fare video e scrivere contributi interessanti).
Siamo Sara e Paola assistenti sociali in gamba e con un sorriso sempre pronto.
Siamo Irene, Anna Maria ed Anna Maria bis, Maria Elena, Clara e Bruna professioniste che hanno anni di esperienza, voglia di fare e di costruire qualcosa di utile per la nostra professione.
Non devo e non posso dimenticare Antonietta e Piera, le due segretarie del nostro Ordine, lavorano e sono sempre pronta a spiegare quello che non conosco, ad ascoltare quello che ho da chiedere, gentili e competenti.
Siamo noi, siamo semplicemente noi.
Noi siamo i 15 Consiglieri, ma l'Ordine siamo tutti noi, non ci stancheremo mai nè di dirlo nè di pensarlo.
Concludo con un "grazie". Un grazie di cuore, perchè è stato un mese decisivo ed importante per me.
Chiara
mercoledì 2 aprile 2014
2 aprile - Giornata Mondiale dell'Autismo
Ho sempre scritto, il giorno di una specifica giornata mondiale, un post in merito a quella giornata.
Con gli impegni che si sono triplicati ne ho saltate diverse, ma questa sera, non voglio mancare e voglio scrivere qualcosa su questa giornata mondiale.
Anzi, non scriverò sulla giornata mondiale dell'autismo, ma scriverò di un mio periodo di lavoro con un ragazzo autistico.
Fabrizio.
E' il suo nome, ha più di 35 anni e qualche capello grigio già fa capolino.
Porta gli occhiali, con delle lenti che fanno sembrare i suoi occhi più grandi.
E' abituato a squadrare, senza parlare.
Ti osserva ma non ti parla.
Io gli sorrido, sempre. Sorrido a tutti. "Ciao Fabrizio!", oppure "Buongiorno Fabrizio".
I giorni passano, ci si conosce, reciprocamente. Non è un autismo, il suo.
Ho avuto otto mesi per poter entrare nel suo mondo e far conoscere il mio.
Ci sono gli sguardi, le parole i silenzi. I sorrisi e la musica.
Ci sono le attività da fare, "nessuno è obbligato a fare qualcosa, ma possiamo provare a collaborare!"
Fantastico!
Dopo mesi di "ci provo, non ci provo"....Fabrizio ci ha provato.
Mi ha fatto entrare.
Mi ha salutato, a voce "Ciao, Chiara!".
Passo, dopo passo...è arrivato a prendermi la mano!
Passi da gigante, quanta fatica!
Se ho dedicato la mia tesi, a lui ed atri suoi compagni di avventura, un motivo c'è, questo è uno.
---------------------------------------------------------------------------
Oggi si celebra questa giornata, in tante città del mondo si è accesa una luce blu (a Torino, la Mole, era illuminata di blu!!).
Non dimentichiamoci mai di queste storie, degli incontri che abbiamo, del lavoro che facciamo e del motivo per cui la facciamo. Ogni tassello, nella vita delle altre persone, è importante.
Ecco perchè trovo giusto specificare che il 2 aprile è la giornata mondiale dell'autismo, ma andrebbe ricordato ogni giorno, così come ogni altra persona, così come ogni altro avvenimento.
Con gli impegni che si sono triplicati ne ho saltate diverse, ma questa sera, non voglio mancare e voglio scrivere qualcosa su questa giornata mondiale.
Anzi, non scriverò sulla giornata mondiale dell'autismo, ma scriverò di un mio periodo di lavoro con un ragazzo autistico.
Fabrizio.
E' il suo nome, ha più di 35 anni e qualche capello grigio già fa capolino.
Porta gli occhiali, con delle lenti che fanno sembrare i suoi occhi più grandi.
E' abituato a squadrare, senza parlare.
Ti osserva ma non ti parla.
Io gli sorrido, sempre. Sorrido a tutti. "Ciao Fabrizio!", oppure "Buongiorno Fabrizio".
I giorni passano, ci si conosce, reciprocamente. Non è un autismo, il suo.
Ho avuto otto mesi per poter entrare nel suo mondo e far conoscere il mio.
Ci sono gli sguardi, le parole i silenzi. I sorrisi e la musica.
Ci sono le attività da fare, "nessuno è obbligato a fare qualcosa, ma possiamo provare a collaborare!"
Fantastico!
Dopo mesi di "ci provo, non ci provo"....Fabrizio ci ha provato.
Mi ha fatto entrare.
Mi ha salutato, a voce "Ciao, Chiara!".
Passo, dopo passo...è arrivato a prendermi la mano!
Passi da gigante, quanta fatica!
Se ho dedicato la mia tesi, a lui ed atri suoi compagni di avventura, un motivo c'è, questo è uno.
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Oggi si celebra questa giornata, in tante città del mondo si è accesa una luce blu (a Torino, la Mole, era illuminata di blu!!).
Non dimentichiamoci mai di queste storie, degli incontri che abbiamo, del lavoro che facciamo e del motivo per cui la facciamo. Ogni tassello, nella vita delle altre persone, è importante.
Ecco perchè trovo giusto specificare che il 2 aprile è la giornata mondiale dell'autismo, ma andrebbe ricordato ogni giorno, così come ogni altra persona, così come ogni altro avvenimento.
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