"E' bellissimo!
"Vogliamo dargli un nome?"
"Sì"
"Dimmi, è maschio o femmina?"
"Femmina"
"Le diano un nome in italiano o in inglese"
"Italiano!" .... "Arcobaleno!" E sfodera un sorriso che non sono capace a descrivere a parole. "Aspetta!"
Scalza, corre in camera e torna con le lettera dorate adesive.
Scrive il nome e aggiunge "C. come Chiara"
Arcobaleno.C
E' il mio unicorno e da qualche settimana alberga nel mio zaino, insieme a quella penna con il musetto a forma di gatto nero: "te la regalo, l'ho fatta io!"
"Tu? Sei bravissima, ma come hai fatto a farle?" Sul tavolo altre penne simili.
"Il papà mi ha comprato le cose e io le ho messe insieme come volevo!"
"E' un'arte, sei davvero brava e...Grazie per il regalo"
"Anche Arcobaleno è tuo!"
Arcobaleno.C. e Gattonero mi fanno compagnia nei tragitti lavorativi, oppure mi tirano su di morale quando tutto intorno, bè, proprio bene bene non va.
E' un periodo di quelli dove mi domando: "chi me l'ha fatto fare?" e non solo scegliere questa professione...
L'altro giorno una cara collega mi ha scritto: "io comunque sento solo brutte notizie! Cosa sta succedendo ai nostri servizi?"
Esatto: cosa sta succedendo?
Avrei qualche idea, ma questo post non voglio tingerlo di grigio e di nero, voglio che Arcobaleno.C. continui a colorare le mie giornate e anche questo post, ma non solo. Voglio che continui a ricordarmi il motivo per cui "tengo botta", il motivo per cui torno a casa tardissimo e ancora mi metto a studiare, il motivo per cui cerco di essere onesta e trasparente con i genitori di questi bambini che sono capaci a trasformare una visita domiciliare in una carezza all'anima e che meritano che io sia una professionista capace di fare il suo lavoro fra fatiche immense e responsabilità enormi.
Ed è qui l'inghippo: responsabilità.
Chi se le prende e chi le rifugge.
Chiara