Ondate!
Le famose ondate che tornano e scompaiono nei tg, a volte, le vivo nella vita quotidiana.
Da mesi, oramai, sento sempre la solita "filastrocca": siamo senza risorse, siamo in difficoltà e quando la coperta è corta...
Tutte affermazioni vere e basta guardarsi attorno per rendersene conto (non voglio scadere sui bollini neri in autostrada etc.etc.etc..), però, come sempre, c'è un "però".
Nei servizi argomentiamo questa realtà?
E come?
Come interagiamo con l'utenza quando le soluzioni pratiche, quelle da cilindro, non sono più "a portata di mano"?
Ci adoperiamo per diffondere la cultura del Servizio Sociale?
Siamo una categoria mal vista e, a mio avviso, scarsamente conosciuta, con un alone oramai incrostato che i mass media ci hanno regalato, ma quello che spesso mi chiedo è:
"Cosa posso fare per smussare questa situazione...nel mio piccolo?"
Un post di facebook non basta, così come non risolve i problemi questo post, ma i miei sforzi quotidiani sì.
Spiegare il nostro ruolo, ma non con termini accademici e da Esame di Stato, parole semplici, ma chiare e precise;
Condividere come lo Stato funziona e come analizzare le notizie che si sentono e leggono che, spesso, fomentano odio e frustrazione;
Spendere 10 minuti in più per dettagliare il procedimento di una pratica ed il funzionamento del proprio ente;
Dare un senso all'importanza degli strumenti e delle tecniche del Servizio Sociale Professionale ed utilizzarle per offrire un sostegno ed ascolto a chi ha bisogno e si rivolge a noi.
Avvicinarsi all'utenza con la correttezza di un professionista, l'umiltà di un essere umano senza dimenticare l'obiettivo ed i principi della professione:
La professione è al servizio delle persone, delle famiglie, dei gruppi, delle comunità e delle diverse aggregazioni sociali per contribuire al loro sviluppo; ne valorizza l´autonomia, la soggettività, la capacità di assunzione di responsabilità; li sostiene nel processo di cambiamento, nell´uso delle risorse proprie e della società nel prevenire ed affrontare situazioni di bisogno o di disagio e nel promuovere ogni iniziativa atta a ridurre i rischi di emarginazione. (Art 6 Codice Deontologico)